Al PARI di Torino le illustrazioni di Armando Borrelli sulla sua esperienza con il tumore

Pillole di tumorismo“: è questo il titolo scelto da Armando Borrelli per il proprio progetto artistico in cui racconta con ironia e delicatezza la propria esperienza di malato (poi guarito) di tumore al cervello. Tutto questo si è trasformato nella mostra “Un mondo di colori e tanto (t)umorismo”, inaugurata il 3 novembre e in programma fino all’8 dicembre al PARI – Polo delle Arti Relazionali e Irregolari di Palazzo Barolo a Torino; l’organizzazione è affidata alle associazioni Forme in Bilico e Artenne nell’ambito della rassegna Singolare e Plurale 2021 promossa dalla Città di Torino e dall’Opera Barolo.

L’esposizione comprende alcune tavole con doppia illustrazione attraverso le quali Borrelli rielabora e presenta il proprio percorso di “tumorato” dai primi sintomi alla guarigione: «Dopo l’operazione – ha spiegato durante l’inaugurazione – Nella vita – spiega Borrelli – mi dissero che non avrei mai più potuto usare la mia mano destra ma, fortunatamente, grazie alla riabilitazione ho potuto iniziare a dipingere in ospedale con i colori naturali ricavati dagli ortaggi usati per la cucina come le melanzane. Anche la mostra è stata interamente realizzata in questo modo».

L’impegno di Borrelli non riguarda solo il lato artistico fine a se stesso ma ha anche l’obiettivo di migliorare la comunicazione legata alle malattie oncologiche e quello di trasmettere speranza a chi le sta ancora vivendo : «Come succede con le mafie – ha aggiunto – tantissime persone hanno ancora paura di chiamare con il proprio nome il cancro e il tumore, nutrendo quasi una forma di rispetto. Trovo che questo atteggiamento sia profondamente sbagliato, anzi, credo che parlarne utilizzando anche l’ironia come sto facendo grazie a un umorismo gentile possa contribuire a superare le paure.  Vorrei anche trasmettere il messaggio che dal tumore si può guarire come successo a me».

Il percorso di vita e artistico di Armando Borrelli è diventato anche un libro intitolato “Un’arancia nel cervello – Pillole di tumorismo vissute, narrate e illustrate da me“.