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Alla scoperta degli artisti irregolari: a Torino la sesta edizione del Festival dell’Outsider Art e Arte Irregolare, “Sono altro. Sono altrove”

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Data di pubblicazione 4 Ottobre 2021
Tempo di lettura Lettura 3 minuti
arte su muro

Dal primo ottobre a Palazzo Barolo ha aperto al pubblico “Sono altro. Sono altrove”, il VI Festival dell’Outsider Art e Arte Irregolare con mostre ed eventi fino al 14 ottobre. La mostra ospita opere di autrici e autori italiani riconosciuti a livello internazionale suddividendole in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni.

Le quattro sale ci permettono di entrare a far parte dei diversi mondi degli artisti in un viaggio tra desideri dello spirito, visioni, enigmi e forze istintive dell’animo. L’obiettivo dell’installazione è quello di mettere in luce una particolare forma d’arte che scava nell’interiorità dell’artista mostrandoci la forza del suo inconscio che emerge attraverso la sua opera. Una particolare attenzione viene posta sugli autori e autrici dell’arte medianica, che nel corso della loro vita sperimentano dei fenomeni straordinari in cui una voce o un richiamo che arriva da un altrove misterioso li guida e li costringe a disegnare ed esprimersi attraverso l’arte.

 

CHI SONO GLI ARTISTI?

La mostra presenta al pubblico artisti variegati, diversi non solo per stile ma anche per il materiale utilizzato. I protagonisti di questa sesta edizione del Festival sono spesso artisti autodidatti che creano e si esprimono senza seguire le regole estetiche dell’arte convenzionale, non ricercano l’approvazione o il riconoscimento della critica perché il vero obiettivo è quello di poter esternare le loro emozioni più profonde. All’interno del paesaggio degli artisti irregolari, una delle più conosciute rappresentanti dell’arte medianica è Maria Orecchioni che, attraverso la realizzazione di volti e figure, riesce ad esprimere i suoi momenti di trascendenza. Per citare un altro artista che si avvale dello stesso soggetto possiamo far riferimento alle opere di Cosimo Cavallo, che esprime la sua arte attraverso volti su tela in macchie di colore o d’inchiostro, astratti e al contempo estremamente potenti nel loro simbolismo.

È doveroso, inoltre, citare l’installazione di Sara Conforti in collaborazione con Moleskine FoundationCentosettantaperottanta/What comes first?”, realizzata tramite scarti di tessuti pregiati prodotti in modo ecosostenibile. La realizzazione del progetto è avvenuta durante la pandemia ed ha coinvolto ben 70 partecipanti che hanno lavorato in gruppo sul tema della complessità del tessuto sociale, riflettendo sul genere femminile e sul ruolo dell’abito nella nostra società. L’opera è per sua natura interattiva e permette allo spettatore di formarsi un’esperienza personale ed introspettiva.

L’arte irregolare, grazie alla sua forza evocativa e al suo particolare impatto, riesce a creare nel pubblico momenti di stupore e di riflessione, dimostrando la sconfinata fantasia di artisti che vengono spesso considerati dalla società come individui limitati. Secondo Domenico Moroso, curatore dei testi del catalogo della mostra, il Festival è ”un momento di promozione, di divulgazione di questo tipo di arte che in Italia è molto di nicchia, anzi è trascurato, ma dove in realtà ci sono energie creative straordinarie e spesso anche un’intensità comunicativa che nel sistema dell’arte si è in qualche modo persa”.

Visitare la mostra può essere non solo un’esperienza introspettiva, ma anche un modo per abbattere le diffidenze verso un’arte poco conosciuta, ma ricca di sfumature. La partecipazione può avvenire tramite prenotazione nominale solo se in possesso di green pass. Per info: www.festivalarteirregolare.it

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