Venerdì (in)Versi – Primavera

di Beatrice Condorelli

Molto spesso le mie poesie nascono alla sera, a volte durante la notte… questa di oggi, invece, è arrivata inaspettatamente una mattina, poco dopo il mio risveglio.

PRIMAVERA

Esigente fiorire,
per la prima volta
oppure nuovamente.
Qualcuno dice che
lo fa per imprudenza,
o se invece ancora,
per dimenticanza.

Concentrata lei
sparge profumo e
ricama di colore i
suoi rami segnati
dall’inverno vivere.
Delicata e tenace
sempre li considera,
solo non vuole
che trappola siano.

Il prossimo appunto con “Venerdì (in)Versi” sarà per venerdì 15 maggio 2020.

Abbracci poetici!

Venerdì (in)Versi – 10 aprile 2017

lucchetto a forma di cuore

di Beatrice Condorelli

Cosa resta di un giorno come tanti? La mia poesia di oggi parla di un incontro casuale, diventato per me
ricordo prezioso. Scritta la sera di quello stesso giorno, non poteva non avere come titolo proprio la data
esatta!

10 APRILE 2017

Mattino.
Nella fretta verso il lavoro
incrociare una mamma con
per mano sua figlia di
quattro anni o poco più.
Labbra sorridenti ha la
piccina, lineamenti graziosi
e morbidi boccoli castani.
Camminano lentamente:
i vispi ed attenti occhi della
figlia sono per la mamma

il suo sguardo sul mondo,
per lei che vedere non può.
Passare vicino, vedere la
bambina guardarmi e
alzare l’altra sua manina.
Sentire un vuoto al cuore,
in quell’oscurità dove poi
la luce è più abbagliante.
Accorgermi che in quel
gesto spontaneo e nel

salutarci a bassa voce
ci siamo dette tanto…
O forse tutto!

Il prossimo appuntamento con “Venerdì (in)Versi” sarà per venerdì 1 maggio 2020.

Abbracci poetici!

Venerdì (in)Versi: Tempo

tempo

di Beatrice Condorelli

In una sera come tante, seduta alla scrivania e persa nei miei pensieri. Di fronte a me una clessidra, oggetto che scandisce inequivocabile il tempo ma che porta con sé anche altri molti significati. Del tempo però racconta questa mia nuova poesia, nata seguendo con lo sguardo il viaggio di quei granelli di sabbia…

TEMPO

Tempo in bilico
estremamente lento
oppure velocissimo.

Tempo racchiuso
custode per le emozioni
che autentiche trovano spazio.

Tempo giunto
nel presente vivere
ricordare o immaginare.

Tempo nel tempo
in quella sua finitezza
nell’infinito suo scorrere.

Il nostro prossimo appuntamento di “Venerdi (in)Versi” sarà per venerdì 17 aprile 2020.

Abbracci poetici!

Venerdì (in)Versi – Ripercorrendo…

Beatrice Condorelli

di Beatrice Condorelli

È un tempo difficile quello che ora tutti stiamo vivendo. Un’emergenza sanitaria che ci impone attenzione, distanze e differenti abitudini. Ci si trova a riflettere, forse molto di più…forse anche inaspettatamente. Più forte possiamo sentire dentro noi tutto ciò che ci emoziona profondamente, che per noi ha importanza e significato. Custodire è tra le cose più nobili che si possano fare. A voi la mia nuova poesia!

RIPERCORRENDO…

Si ricordano i dettagli, poiché solo
in apparenza poco significativi.
Si rivivono frammenti d’immagine,
emozioni, suoni e profumi…
Afferrando l’essenza, l’autenticità.

Il prossimo appuntamento con “Venerdì (in)versi” sarà per venerdì 3 aprile!

Abbracci poetici.

Venerdì (in)Versi – Indelebile

Beatrice Condorelli Poesia Volonwrite

INDELEBILE

Ho stretto forte quel cuscino
per anni, ogni sera
lacrime inconfondibili.

Il mio pianto,
intensità e disperazione
per un qualcosa morto per sempre.

Eppure, quando qualcosa muore
ci si accorge presto che da scegliere
c’è cosa far nascere dentro…

Non ho mai voluto che fosse il rancore.

LE PAROLE, SE COMPRESE PER LA LORO IMPORTANZA, POSSONO MOLTO…

Mi chiamo Beatrice Condorelli e sono laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche. Ho iniziato a scrivere all’età di otto anni, accorgendomi di quanto questa attività fosse per me preziosa risorsa, collegamento tra l’osservazione delle cose ed i molti miei pensieri.

Nel 2007 ho vinto un premio di eloquenza, intensa emozione che ricordo con gioia. La comunicazione è per me esigenza, instancabile ricerca; così, dopo varie vicissitudini e con ancora il fervido desiderio, nel 2017 ho ideato una pagina Facebook ed un account Instagram intitolati: “Beatrice Condorelli – Tra limiti e possibilità”: fotografie, pensieri scritti e video attraverso i quali esprimermi.

Innegabile un vissuto impegnativo, dato dalla Paralisi Cerebrale Infantile. Credo nel difficile percorso di accettazione di quello che siamo, ma soprattutto nel suo essere opportunità vera per comprendere la bellezza e l’importanza della nostra unicità. Ho ideato così un progetto educativo di conoscenza e consapevolezza corporea che propongo in varie realtà, collaborando inoltre per alcuni progetti/iniziative culturali del territorio.

È un piacere entrare a far parte di Volonwrite, per il costante impegno verso tematiche importanti ma soprattutto per quel messaggio di non arresa, vitale e bellissimo. A cadenza quindicinale, “Venerdi (in)versi” sarà il nostro appuntamento di poesia!

 

LE VISIONI DI NEMRAC – “La scomparsa di mia madre”, essere persone è materia dell’invisibile

di Carmen “Nemrac” Riccato

Cari amici di Volonwrite, oggi vi presento il film che ha segnato irreversibilmente il mio autunno 2019, l’uscita che ho atteso di più: l’unica opera italiana in concorso all’ultimo Sundance Film Festival è, ed è stato dalla sua uscita lo scorso 10 ottobre, una sorpresa protagonista di un viaggio attraverso il paese in un lungo tour di presentazioni e proiezioni. Una serie di innumerevoli incontri tra umani diversi, diversamente ribelli od omologati che si sono lasciati stregare da questa relazione, questa storia di scoperte umane e familiari che solo sulla carta sembrava un viaggio impossibile. “La scomparsa di mia madre” è ancora in alcune sale italiane, e non solo, grazie alle instancabili Reading Bloom e Rodaggio Film (trovate le date qui https://www.facebook.com/thedisappearanceofmymother/ ), oltre a essere candidato nella categoria documentari agli European Film Awards (gli Oscar Europei) che si sono tenuti il 7 dicembre. Buona lettura. Leggi tutto “LE VISIONI DI NEMRAC – “La scomparsa di mia madre”, essere persone è materia dell’invisibile”

Le visioni di Nemrac: “Parasite”

di Carmen “Nemrac” Riccato

“Parasite”, vincitore della Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes, è uscito la settimana scorsa: come al solito entro in sala avendo accuratamente evitato di leggere le recensioni di amici o giornali, non ho guardato nemmeno il trailer, quando un amico fidato scrive “da non perdere” per me è un indizio sufficiente, se il premio non fosse stato abbastanza. Leggi tutto “Le visioni di Nemrac: “Parasite””

Le visioni di Nemrac – Joker

di Carmen “Nemrac” Riccato

Amici di Volonwrite, eccomi di nuovo tra voi. L’estate, lunga e intricata, si è chiusa con il festival di Venezia che, mai per me come negli ultimi anni, ha riservato qualche sorpresa nell’assegnazione dei premi finali. Luca Marinelli, con una dedica meravigliosa Luca Marinelli, ha meritatamente ritirato la coppa Volpi per la sua grande interpretazione da protagonista in Martin Eden di Pietro Marcello (di cui vi parlerò nelle prossime settimane). Il Leone d’Oro è invece andato a Todd Phillips per il suo Joker: è proprio da lui che ricomincerò il mio ciclo di visioni con voi, non prima di aver chiuso il cerchio del mio prologo dicendovi che secondo me i due premi andavano invertiti. Leggi tutto “Le visioni di Nemrac – Joker”

Discorso del presidente Mauro Costanzo per il decennale di Volonwrite

Convegno Giornalismo e Disabilità dov'è la notizia?

di Mauro Costanzo (in occasione del convegno Giornalismo e disabilità: dov’è la notizia?)

Buongiorno e benvenuti! È una bella emozione avervi qui in una ricorrenza così significativa per noi. È banale, ma sembra davvero nata ieri Volonwrite, associazione nata in seno alla Redazione “Città Aperta” del Servizio Passepartout della Città di Torino grazie ad una grossa unità d’intenti e ad un entusiasmo sempre crescente. Effettuando una lieve pressione sul tasto rewind, dagli svariati fotogrammi fa capolino un’infinita galleria di volti, tutti connotati da ampi sorrisi dai quali si scorge, chiaramente, tanta voglia di fare e di mettersi gioco. Tutto questo trasmette – partendo da un contesto in cui si respira un clima fatto di complicità, allegria e amicizia abbinato ad una grande passione – un’immagine della disabilità non stereotipata.

Ripercorrendo questo intenso decennio, le immagini che si susseguono sono tantissime ma il primo pensiero, non potrebbe essere altrimenti, è per Vincenzo Langella. A Vince mi legava un’amicizia trentennale, nata sui banchi di scuola e proseguita cavalcando passioni comuni. Persi di vista per qualche tempo, ci siamo ritrovati stabilmente in questi locali, vera fucina di tante idee. Al di là di questi personalismi, Vince si interfacciava con questo nostro mondo con la sua immancabile ironia, con una grande competenza e una spiccata propensione verso tutto ciò che rappresentasse qualcosa di innovativo. A pensarci bene sono tra i punti cardine sui quali si è affermata ed è cresciuta Volonwrite, grazie Vince! Estendo ovviamente i ringraziamenti a tutti i volontari e a tutti i collaboratori: elencare i nomi sarebbe troppo lungo ma un trio lo voglio fare: Mariacristina Acciarri, che ha colto l’eredità di Vincenzo in un momento di grande coinvolgimento emotivo, Giada Morandi alla regia della macchina amministrativa e organizzativa e Marco Berton, punto di riferimento dell’area giornalistica

Volonwrite è passione, entusiasmo, competenza, integrazione, ironia. Comunicare la disabilità è la nostra mission e si fa con una cifra ben definita, da sempre la nostra cifra. Cercando di raccontare, di delineare, di tratteggiare una disabilità in chiave positiva, cogliendone la trasversalità nei meandri socio culturali. Non ci piace la retorica, la speculazione, la notizia a tutti i costi. Ci coinvolge e ci emoziona, ad esempio, il mondo paralimpico con i suoi protagonisti e i suoi eventi che, oltre a regalarci grandi emozioni, grazie ai risultati provenienti dai campi di gara sa regalarci un tourbillon di storie, romanzi che si scrivono da soli a bordo campo. Al di fuori degli impianti sportivi si registrano vittorie anche in campo scolastico, lavorativo e architettonico, giusto per citare tre tematiche pilastro nella narrazione dalla disabilità. Un universo, quello della disabilità, che è bene raccontare attraverso fotografie il più possibile fedeli alla realtà e non “photoshoppate” in funzione di beceri sensazionalismi.

Sul versante della comunicazione non è stato un decennio proprio anonimo, la rivoluzione Social ha alterato i paradigmi del comunicare in senso classico, sono variate le logiche dell’interfacciarsi con i fruitori dei media, è più agevole l’accesso alle informazioni e, puntando il focus sulla disabilità (dove l’accessibilità limitata non è solo una questione di barriere architettoniche), è una rampa di accesso di notevole comodità. Noi abbiamo cercato di cavalcare un’ondata che si è evoluta parallelamente al nostro cammino, rimodellandoci ai nuovi mezzi e alle nuove tecnologie di questa informazione 3.0. Nel 2018 siamo diventati Testata giornalistica, traguardo da noi molto ambito e colto con grande soddisfazione: pur essendo ancora in fase di strutturazione e crescita, tra gli obiettivi di questo secondo decennio che va a cominciare c’è, spinti dall’entusiasmo che ci è consono, un graduale ma costante sviluppo di un progetto a cui teniamo molto.

Le visioni di Nemrac – 8 Marzo: ogni giorno avere il coraggio di vivere la propria specificità

A Chiara,
perchè ogni giorno da quando l’ “incontrata”
mi ricorda di essere me stessa
senza mai abbassare lo sguardo
facendo del contatto la penna con cui scrivere la mia storia.

Oggi è l’ 8 marzo, Festa della Donna, e ad essere sincera, a questa ricorrenza mi ci ha fatto pensare Marco, che mi ha anche ricordato il mio intento per quest’anno di mettere al centro delle mie visioni proprio noi donne, in relazione al Mondo, all’Altro e alle implicazioni del vivere sociale attraverso le storie soprattutto cinematografiche.

Con l’incombenza di scrivere qualcosa nell’ ambito della ricorrenza sono entrata in crisi, più pensavo ad una visione da proporre, più mi si svuotava la testa di idee, poi è arrivata lei, la storia di Tonya Harding, pattinatrice di successo alle prese con delle apparenze ed una Storia che la allontanano anni luce dal poter essere un modello socio-sportivo congruente con la fenomenologia dello sport di cui è eccellente interprete. Ho scartato anche quest’opzione, scoraggiata dal rischio di ricadere nei clichè della retorica del degrado a confronto con la forza del pensiero dominante (e maschilista).

In occasioni come questa è difficile evitare di scrivere ovvietà, rischiando di passare per politicamente corretti se non addirittura manieristici. C’è solo un fondo di verità, in tutto il contenuto del senso comune nelle parole o nelle righe che si spendono per questa giornata, ovvero che progressivamente si è smesso di investire su una cultura concretamente inclusiva delle donne, per restare nella parzialità della ricorrenza, che si allarga a tutte le minoranze, se si fa riferimento al contesto sociale generale.

Ecco allora, la tolleranza silenziosa, alle affermazioni di alcuni esponenti leghisti che dichiarano il nemico della donna chi ne promuove la parità sociale, che rende lecite doppie discriminazioni che si aggiungono alla fisiologica appartenenza al genere femminile.

Poi nella memoria del cuore a fatto capolino, la speranza di un’alternativa, una storia di sovvertimento della norma con la femminilità quale risorsa del corpo fisico di una donna che nello scoprirsi danzatrice ed artista s’è ritrovata astronauta nelle possibilità.

Oggi, 8 marzo, vi racconto di come Chiara Bersani, recentemente vincitrice del premio UBU come miglior performer under 35, ha riacceso la mia volontà di scrivere un pezzo per questa ricorrenza.

Chiara, nel suo discorso alla premiazione ma soprattutto attraverso il suo intero percorso artistico, mi ha ricordato del modo in cui il corpo è la nostra prima interfaccia con il Mondo, il nostro sguardo la chiave per far scattare la serratura della nostra Storia, di cui la nostra identità, nell’unione delle apparenze e dell’universo interiore, è corpo e sintesi.

Chiara, detentrice come me, da sempre di una corporeità anomala, mi ha ricordato che per vivere profondamente e far parte della Realtà in quanto parte attiva per l’evoluzione del pensiero dominante ci vuole anzitutto il coraggio.

Il coraggio di non restare nell’ombra, il coraggio di trasformarci da bersaglio di sguardi che non scavano il profondo, a riflesso dell’ immagine che abbiamo e vogliamo dare di noi.

Chiara, m’ ha ricordato, con la sua metafora di astronauta, dell’ importanza di avere determinazione per cambiare le cose, nella quotidianità, nella voglia di mettersi in gioco e non dare ma niente per scontato.

Così come ciascuna di noi è incarnazione della propria Storia, anche la persona con cui ci relazioniamo è detentrice del nostro percorso, la reciprocità è il concime per la condivisione da cui nasce il confronto.

Confrontarsi è il primo strumento per sottrarsi all’ignoranza – nell’accezione di non conoscenza – per poter includere e fare delle differenze le risorse umane più preziose.