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Le visioni di Nemrac (DFF edition) – Frankie delle stelle

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Data di pubblicazione 21 Aprile 2021
Tempo di lettura Lettura 4 minuti
Frankie delle Stelle

Frankie delle stelle: se una mina che esplode produce “miracoli”, tanti quanti sono i modi di Vivere la solitudine

Quello che è bello è sempre più desiderabile di ciò che non lo è…
Ma lei ha creato qualcosa di bello
Ah e come verrà promosso? Letteratura nana […] siamo tutti polvere di stelle solo che la sua si è assemblata in modo più gradevole

 

Frankie ha appena finito di scrivere il suo primo manoscritto, la propria autobiografia. L’ha intitolata Dialoghi notturni. Vive in una piccola casa, un monolocale senza televisione, un’unica poltrona, una grande teiera, circondato da volumi d’ogni genere. Ha cercato un editore sulle pagine gialle,  ha avuto un appuntamento a cui si è presentato con il suo abito migliore, di tessuto grigio e spesso, le maniche larghe, la camicia color del cielo sotto la giacca, tiene il suo libro con tutte e due le mani piccole e tozze. Nel passare il volume all’editore – il signor Paige – deve protendere tutto il corpo in un unico sforzo. Frankie è nano, l’editore subito storce il naso quando scopre di avere tra le mani un’autobiografia: “Oggi è il sesso che vende” dice. Lui ribatte che è anche la storia di sua madre e in quella parte di sesso ce n’è parecchio, c’è anche un bel po’ di astronomia, la sua più grande passione. L’editore è persuaso, il flashback può cominciare.

Frankie, che è poi l’americanizzazione di Francois, è l’unico figlio di Bernadette, nata e cresciuta in un paesino della Normandia. Da diciottenne, qualche giorno prima dello Sbarco,  è stata l’unica sopravvissuta alla scoppio di una mina in spiaggia, perdendo i suoi amici e diventando “la ragazza della bomba” perseguitata dagli effetti collaterali di un miracolo in grado di donarle una qualche forma di preveggenza senza chiederle il permesso. A seguito di tale dono, nefasti eventi la lasciano orfana conducendola ad imbarcarsi in una nave che la condurrà in America. Il sogno si infrange molto prima, un controllo la fa sbarcare in Irlanda. La sua prima fortuna di questa nuova vita è l’incontro con l’ufficiale Jack Kelly che, stregato dalla bellezza e dallo spaesamento della donna, finisce per aiutarla, dapprima trovandole un posto, poi accogliendo lei e suo figlio nella sua famiglia.

Frankie cresce attorniato d’amore e dalle attenzioni di Jack, che gli trasmette tutto il suo sapere e la sua passione per l’astronomia. L’unica persona che, nella sua famiglia allargata, gli si dimostra ostile è Emma, la figlia maggiore di Jack chiusa in un silenzio criptico che Bernadette decodifica per il figlio come uno degli infinitesimi modi di affrontare la solitudine. Da quel momento Frankie vedrà con occhi nuovi quella ragazza osticamente lontana dal Mondo, finendone affascinato e dichiarandosi segretamente devoto a quella bellezza nascosta. L’ufficiale Jack sarà solo la prima di altre figure paterne che puntelleranno la storia di Frank fino a renderlo incarnazione (inconsapevole) del protagonista della leggenda sulla Via Lattea, la sua “storia stellare” preferita.

Frankie delle stelle è un film del 1995: ciò che rimane piuttosto peculiare di questa storia, oltre alla matrice magica dei protagonisti (aspetto che però mai sfocia nell’ irreale favolistico), è l’uso pioneristico del linguaggio sulla disabilità del protagonista. La spontaneità con cui la famiglia del protagonista lo chiama per nome, senza che la statura lo identifichi è inusuale tanto quanto è potente l’identificazione del protagonista con la sua passione per l’astronomia. Il nanismo, la diversità del protagonista, diviene questione differenziale unicamente in campo sociale, quando un libro non trova una collocazione univoca in un solo genere, o ancora lo stesso libro viene criticato nell’atto di idealizzare la donna e la bellezza senza donarle caratteristiche terrene. Quest’osservazione è pertinente e vera così l’autore non può far altro che argomentare questo limite, consapevole della propria inesperienza concreta.

Questo film è potente quanto sincero, incapace di sottrarsi all’evidenza che chiamare le cose con il loro proprio nome risparmia dolore e mette in campo possibilità e soluzioni inaspettate.

Disponibile su Prime Video

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