Disability Film Festival 2023 – Il lupo che voleva fare il giro del mondo

SABATO 16 SETTEMBRE ORE 15 – SALA L

Lupo si annoia nella foresta. Un giorno gli viene una brillante idea: e se facesse un viaggio? Ha sempre sognato di fare il giro del mondo! Con lo zaino in spalla parte alla scoperta di mille Paesi. Quali avventure vivrà Lupo? Quali bizzarri personaggi incontrerà? Riuscirà a tornare a casa sano e salvo? Parti assieme a noi per un viaggio “sensoriale” intorno al mondo! Leggi tutto “Disability Film Festival 2023 – Il lupo che voleva fare il giro del mondo”

Disability Film Festival 2023 – The best of Sexability

DOMENICA 17 SETTEMBRE ORE 16 – CUBO

Domenica 17 settembre alle ore 16 presso il Cubo di Off Topic a Torino, con il best of del popolarissimo video podcast “Sexability” sfateremo miti e tabù su sesso e disabilità in compagnia di quattro ospiti d’eccezione: Nicola Macchione, Luca Paiardi, Danilo Ragona e Valentina Tomirotti. Leggi tutto “Disability Film Festival 2023 – The best of Sexability”

Disability Film Festival 2023 – (Non) sono solo visioni. Dalla carta allo schermo la realtà fa il suo gioco

SABATO 16 SETTEMBRE ORE 15 – CORTILE

Sabato 16 settembre alle ore 15 nel cortile di Off Topic parleremo di serie tv e rappresentazioni televisive con Marina Cuollo, Ludovico Bessegato e Sebastiano Pucciarelli! Leggi tutto “Disability Film Festival 2023 – (Non) sono solo visioni. Dalla carta allo schermo la realtà fa il suo gioco”

Disability Film Festival 2023 – Cena al buio

DOMENICA 17 SETTEMBRE ORE 19.30 – BISTROT

A chiudere il programma della 2° edizione del Disability Film Festival ci sarà una cena al buio organizzata in collaborazione con il gruppo “Torino Al Buio” di A.P.R.I. ODV Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti. L’appuntamento è fissato per domenica 17 settembre, a partire dalle ore 19.30, presso il bistrot di Off Topic. Leggi tutto “Disability Film Festival 2023 – Cena al buio”

Disability Film Festival: 17, 18 e 19 settembre 2021 a Torino

Banner DFF 2021

BREAKING NEWS: USCITE LE DATE DEL DISABILITY FILM FESTIVAL

Dal 17 al 19 settembre presso Via Baltea 3 – Laboratori di Barriera a Torino

COS’É IL DISABILITY FILM FESTIVAL?

É una rassegna cinematografica che racconta la disabilità dall’interno, da chi la vive, con-divide e conosce da vicino, con l’obiettivo di fornire prospettive differenti (ma non necessariamente incompatibili) sui risvolti creati dalla diversità nel modo di affrontare il Mondo e il suo giudizio. Saranno, innanzitutto, le persone a raccontare storie diverse da quelle che la paura e la non conoscenza hanno veicolato sulla disabilità nel corso dei decenni, storie in cui le differenze arricchiscono. Il programma verrà ufficializzato al più presto!

COSA CI SARÀ AL DISABILITY FILM FESTIVAL?

Tre giorni di proiezioni e incontri tra cinema, letteratura, musica e testimonianze: la narrazione, certamente parziale, sarà appassionata e determinata nel proporre una visione della disabilità che non incarni limitazioni e deficit ma insegni un modo diverso di fare esperienza della Vita, una possibilità per scoprire la propria essenza, un insieme di caratteristiche appartenenti a un’identità complessa in grado di forgiare ciò che siamo nell’incontro con il Mondo!

QUAL É L’APPROCCIO DEL DISABILITY FILM FESTIVAL?

Proponiamo un percorso alla scoperta della disabilità attraverso opere che privilegiano l’impatto che l’anomalia della condizione dei protagonisti porta nell’ambito della quotidianità. Perché la disabilità è (soprattutto) un MODO DI ESSERE!

CHI ORGANIZZA IL DISABILITY FILM FESTIVAL?

Associazione Volonwrite, che  si occupa dal 2009 di comunicazione sociale con l’obiettivo di proporre un linguaggio moderno e inclusivo offrendo pari opportunità in ambiente non protetto a giovani con e senza disabilità. Il suo impegno si è concretizzato con la pubblicazione della Guida alla Movida Accessibile (2009), la gestione del sito di news volonwrite.org (dal 2018 testata giornalistica), progetti di sensibilizzazione contro bullismo e cyberbullismo nei confronti di alunni e alunne con disabilità (presso scuole ed enti pubblici e privati) e la conduzione di due programmi radiofonici in onda sulla web radio dell’Università degli Studi di Torino 110 ( VolonwriteYou dal 2010 al 2017) e sulla storica emittente underground Radio Flash ( Gli Indifferenti – Quelli che non differenziano dal 2014 al 2015).

Attualmente, Volonwrite offre un servizio giornalistico completo attraverso la multimedialità ed è inoltre attiva nella produzione di video promozionali e come ufficio stampa per il sociale; storiche, da questo punto di vista, le collaborazioni con la Città di Torino per l’evento La Salute in Comune (sodalizio premiato nel 2015 con una Menzione Speciale agli Oscar della Salute di Rete Italiana Città Sane), con la rassegna artistica Singolare Plurale e con il Museo d’Arte Urbana di Torino per il progetto MAU for ALL . Sono stati realizzati, infine, due cortometraggi finalisti al concorso Lavori in Corto ( Progetto Prisma – Per le relazioni d’aiuto nel 2014 e Gli equilibristi – Storie di vita e sport nel 2017) e lo spot Abbatti il pregiudizio (2012), premiato come finalista agli ONP Award di Fondazione Pubblicità Progresso. Tutti i video sono disponibili sul canale Youtube dell’associazione ( www.youtube.com/user/volonwrite ).

CHI SOSTIENE IL DISABILITY FILM FESTIVAL?

Il DFF è organizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale del terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese (in collaborazione con la Regione Piemonte Direzione Sanità e Welfare – Settore Politiche per i bambini, le famiglie, minori e giovani, sostegno alle situazioni di fragilità sociale) e di VolTo – Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Torino. La rassegna ha inoltre ricevuto il patrocinio della Città di Torino, della Circoscrizione 6 e del Comitato Italiano Paralimpico – Comitato Regionale del Piemonte; si ringrazia, infine, Intesa Sanpaolo.

CHI HA ADERITO AL DISABILITY FILM FESTIVAL?

Diverse realtà sociali e culturali torinesi: Sumisura SC – Risorse per l’ambiente e la città, + Cultura Accessibile, Seeyousound International Music Film Festival, AIAS – Associazione Italiana Assistenza Spastici Torino, AMNC – Associazione Museo Nazionale del Cinema, ENS – Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi Torino, Associazione Pepitosa in Carrozza – Valentina Tomirotti, UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare Torino, UICI – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Torino, Opera Viva – Artista di Quartiere, Atelier Heritage, APIC – Associazione Portatori Impianto Cocleare Torino, Associazione ConTatto, Associazione Verba, Associazione Forme in Bilico APS, libreria La Città del Sole.

COME CONTRIBUIRE ALLA REALIZZAZIONE DEL DISABILITY FILM FESTIVAL?

Con una donazione alla campagna di crowdfunding organizzata sulla piattaforma Produzioni dal Basso. Sostenendo il DFF sarà possibile contribuire alla resa accessibile, attraverso l’audiodescrizione e la sottotitolazione, di tutti i film in programma, alle spese per l’ acquisizione dei diritti di proiezione dei film in programma, alle spese SIAE, ai rimborsi spese per spostamenti e alloggio di relatori e relatrici, ai rimborsi spese per il gruppo di volontari e volontarie (tra cui sono comprese persone con disabilità) e a una parte delle spese di comunicazione dell’evento.

Le visioni di Nemrac (DFF edition) – Hasta la vista

hasta la vista

di Carmen Riccato

HASTA LA VISTA: SULLA STRADA VERSO EL CIELO

“Mammuth si dice allo stesso modo in fiammingo ed in francese”

Philippe, Lars e Josef sono amici da molto tempo, la loro complicità si è intrecciata e consolidata negli anni, hanno attraversato giorni facendo dello svago il colore delle loro giornate, della solitudine uno spettro da scacciare, tra una degustazione ed una giornata all’osservatorio astronomico. Ci sono stati giorni spensierati e giorni in cui le brutte notizie giungevano a sfumare giornate già incerte di futuro, momenti in cui l’unica soluzione si è rivelata in un abbraccio stretto senza parole, in una prossimità che è consapevolezza di incrollabile presenza reciproca. Leggi tutto “Le visioni di Nemrac (DFF edition) – Hasta la vista”

Le visioni di Nemrac (DFF edition) – Beacuse of my body

because of my body

di Carmen Riccato

BECAUSE OF MY BODY : la regola dell’incontro imperfetto NON è un corpo a corpo 

Because of my body è stato il film di chiusura dell’edizione 2021 di Cinemability, festival che con le sue proposte di visione vuole sensibilizzare sul tema della disabilità, i cui premi saranno assegnati (alla presenza di Saverio Tommasi, ndr) il prossimo 7 luglio.

Il film di Francesco Cannavà, già presentato al Biografilm 2019 è un lavoro su cui ho già accennato le mie riserve alla fine della mia analisi su Special. Quella che segue, più che una recensione sul film sarà una riflessione sullo stato attuale delle implicazioni culturali che film come Because of my body hanno sul nostro immaginario di umani spettatori.

Because of my body è la storia di Claudia, giovane ventenne dai capelli blu alle prese con una decisamente pionieristica scoperta del proprio corpo quale strumento di relazione per la prima volta nella sua vita. Definisco il corpo della protagonista in questo modo perché fino all’incontro con Marco, fresco di formazione da operatore Oeas (Operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità: il primo protocollo del nostro paese nell’ambito dell’educazione emotiva-affettiva sessuale rivolto a persone disabili), Claudia conosceva il proprio corpo solo in relazione alla propria disabilità motoria e al fatto d’avere la spina bifida. La vediamo per ben due volte, durante la sua lunga presentazione nella prima parte del documentario, destreggiarsi di prima mattina con le parti del catetere, aiutata dalla madre tanto quanto dopo una sessione di nuoto. Una parte non ultima di un lungo processo di vestizione per affrontare il fuori.

Il corpo di Claudia è vissuto dalla ragazza stessa come qualcosa di ingombrante, non per forza da nascondere ma qualcosa per il quale provare imbarazzo, percepirlo come altro da sé e prima causa di allontanamento non solo di potenziali partner. Più il film prosegue, più dubitiamo di questo, cominciando a coltivare il dubbio che le criticità di Claudia riguardino più in generale l’ambito relazionale in accezione allargata. Claudia vive con la propria famiglia d’origine, convive con perenne frustrazione l’impossibilità di vivere la propria emotività ed il proprio desiderio liberamente, incompresa dalla famiglia incapace di accettare la maturazione psicofisica della figlia-sorella.

Prova di questo aspetto del contesto familiare della protagonista è, soprattutto, il rapporto di co-dipendenza con la madre, che ancora la porta in spalla nella scala che separa i piani interni della casa. La donna non è mai divenuta realmente consapevole del fatto che la figlia stia diventando adulta e che il bisogno di supporto per espletare le funzioni primarie non debba essere un ostacolo alla propria autonomia ed emancipazione. Il desiderio represso di socialità ancor prima che sessuale di Claudia, unito alla limitatezza culturale della propria famiglia, le fa apparire l’offerta di sperimentare la conoscenza del proprio corpo grazie a Marco , l’unica possibilità di uscire dalla propria prigione in cui la disabilità è tutt’altro che l’unico elemento escludente della sua quotidianità.

Da spettatori diveniamo testimoni degli assidui incontri tra Marco e Claudia, la quale inevitabilmente finisce per infatuarsi senza troppa premeditazione del primo ragazzo che le dimostri per la prima volta pazienza nell’ascoltarla alimentando la curiosità della ragazza. Fin qui tutto bene, poi qualcosa si spezza quando il terapeuta che supervisiona il percorso di Claudia la avverte che l’affezione e l’attaccamento della ragazza non è tra le possibilità previste dal protocollo, con la disinvoltura di una lista di ingredienti necessari a fare una buona torta. Scusate, ma chi scrive è stata abituata da sempre a conoscere le regole del gioco prima di cominciare a giocare per potersi armare in caso di imprevisti o nel caso incappasse nella casella “RITORNA A START” del Gioco dell’oca, giusto per citare il primo gioco che mi viene in mente.

Per Claudia così non è stato e, di lì in poi, il film si trasforma in un atto di crudeltà che brucia tutte le sue possibilità di ribaltare i pochi e pessimi luoghi comuni che esistono sulle persone con disabilità e il loro “universale” approccio alle relazioni al di fuori del contesto familiare: un approccio fatto di passività in cui si subisce il partner nella misura in cui si è inesperti in fatto di relazioni affettive. L’unica cosa che si riesce a provare per una persona che dimostra attenzione è l’amore, preferibilmente eterno.

Naturalmente, quest’ultimo ritratto è volutamente caricato ed ironico sulla rappresentazione del personaggio disabile represso proprio per portare la riflessione anche su un piano diverso. La storia di Claudia è certamente quella di altre ventenni con disabilità che vivono in un contesto familiare povero di stimoli e, d’altra parte, la formazione e la disponibilità di Marco a mettere in gioco le sue conoscenze sono strumenti utili a sbloccare Claudia nel suo percorso di emancipazione puntando i riflettori su un ambito relazionale inesplorato e pieno di tabù. Tuttavia, quella presentata dal film non può restare l’unica risposta ad una questione così sfaccettata.

Chi scrive ha trovato il lavoro di Cannavà certamente coraggioso nell’impavida volontà di cimentarsi in un ambito ancora oscurato dal politically correct oltre che dalla morale non laica imperante, necessario a sdoganare l’urgenza di discutere questi temi e trovare soluzioni ad un’urgenza figlia di un umano istinto alla socialità. D’altra parte, Because of my body si dimostra cinematograficamente non all’altezza del compito nel suo modo di mettere in discorso il vuoto che è il motore della narrazione.

Chi scrive sostiene questo perché non riesce mai ad empatizzare con la protagonista ed il suo desiderio di relazionarsi, ma ne percepisce continuamente l’immaturità, si  diviene complici della sua rabbia e della sua frustrazione finendo per provare la stessa compassione che provano tutte le persone che le ruotano intorno e che si approcciano alla sua storia senza immaginare che altre strade esistano e sono percorribili. Le alternative a cui pensa chi scrive non sono sentieri in discesa, senza sofferenza o fatica certamente, ma questo è anche forse ciò che accomuna tutte le relazioni che insegnano e fanno crescere. Nessuna esclusa.