Le visioni di Nemrac (DFF edition) – The rider – Il sogno di un cowboy

the rider

di Carmen Riccato

Quando le stelle illuminano il petto e le cicatrici tratteggiano il destino.

“Non dirmi che rifiuterai cavalli a destra e a manca solo perché ti fa male la testa eh?
Il cervello è leggermente diverso rispetto alle costole…
Si lo so, ma sono la stessa cosa per un cowboy: cavalcare il dolore. Non lasciare mai che il dolore ti abbatta, devi solo assicurarti che la testa non ti faccia spaventare…”

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Le visioni di Nemrac (DFF edition) – La vita segreta delle parole

la vita segreta delle parole

di Carmen Riccato

Il silenzio custodisce tutte le storie (e le lingue) del Mondo

“Ci sono così poche cose,

il silenzio e le parole”

Una voce sopra il Mondo, una voce bambina, con la salopette rossa e il maglioncino azzurro: sembra lei la narratrice onnisciente di questa storia, almeno fino a quando non inizia per davvero. Leggi tutto “Le visioni di Nemrac (DFF edition) – La vita segreta delle parole”

Le visioni di Nemrac (DFF edition): “The peanut butter falcon” – In viaggio verso un sogno

Carmen Nemrac Riccato

di Carmen Riccato

Il 2021 è iniziato e noi di Volonwrite stiamo aspettando (con leggera apprensione vista la situazione globale) la primavera per poter dar vita alla nostra creatura più inclusiva e cinefila: il Disability Film Festival! Per esorcizzare meglio l’attesa abbiamo deciso di riprendere a suggerirvi delle visioni (a tema) per accompagnarvi dentro il nostro progetto: spazieremo tra nuove uscite e film cult di un genere non genere che, attraverso la Storia del Cinema, ci racconta in che modo è cambiata la narrazione e l’approccio alla disabilità-diversità nella Settima Arte.

Cominciamo il nostro viaggio con THE PEANUT BUTTER FALCON – IN VIAGGIO VERSO UN SOGNO Leggi tutto “Le visioni di Nemrac (DFF edition): “The peanut butter falcon” – In viaggio verso un sogno”

DFF OFF – I consigli di ospiti, presentatrici e presentatori

Il DFF OFF si è concluso da più di due settimane ma, per noi, continuerà nel tempo per poi unirsi idealmente al Disability Film Festival in programma (Dpcm permettendo) in primavera inoltrata! Per tenervi “caldi” in queste festività natalizie, e in vista del nuovo anno, abbiamo deciso di lasciarvi qui tutti consigli su libri, film e musica fatti durante le dirette streaming da ospiti, presentatrici e presentatori.

 

BENIAMINO BARRESE (regista):

Libro: “I racconti di Belzebù a suo nipote” di Georges I. Gurdjieff;

Film: “A Girl Walks Home Alone At Night” di Ana Lily Amirpour.

 

FRANCO LEPORE (disability manager della Città di Torino)

Film: “Wonder” di Stephen Chbosky

 

PAOLA CEREDA (compagnia teatrale AssaiASAI, scrittrice)

Libri: “Nati due volte” di Giuseppe Pontiggia;

“Mio fratello rincorre i dinosauri” di Giacomo Mazzariol;

“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon;

Film: “Le chiavi di casa” di Gianni Amelio;

“Il mio piede sinistro” di Jim Sheridan.

 

RAMON MORO (musicista, compositore)

Libro: “Manuale di pulizia di un monaco buddista: Spazziamo via la polvere e le nubi dell’anima” di Keisuke Matsumoto;

Disco: “Only sky” di David Torn.

DRISS SAAID (atleta paralimpico)

Libro: “The Mamba Mentality” di Kobe Bryant;

Film: “Coach Carter” di Thomas Carter

 

DARIO BRUNA

Musica: CLGEnsemble disponibile su clgensemble.wordpress.com.

 

SILVIA LISENA (attivista Gruppo Donne UILDM, poetessa)

Libri:  “Fattore H” di Tyrone Nigretti;

“Quattro ruote e tacco 12” di Valentina Bazzani;

“Handicap Power” di Franco Bomprezzi;

“Il libro di Alice” di Alice Sturiale.

MARCO MAGNONE (scrittore)

Libro: “Lucas” di Kevin Brooks;

Film: “Jo Jo Rabbit” di Taika Waititi.

DANIELA TRUNFIO (esperta di accessibilità, associazione + Cultura Accessibile)

Dibattito: “Disviolenza – Dialoghi intorno e dentro la violenza sulle donne con disabilità” a cura di + Cultura Accessibile e InVisibili con il patrocinio di FISH (sulla pagina Facebook di + Cultura Accessibile).

 

DOMENICO MUNGO (scrittore, insegnante)

Libro: “Il suono di Torino” di Domenico Mungo;

Film: “Stelle sulla terra” di Aamir Hussain Khan.

 

MARINA CUOLLO (blogger, scrittrice, attivista)

Serie Tv:  “Speechless” di Scott Silveri;

“Ramy” (Starzplay).

 

CARMEN RICCATO (critica cinematografica, direttrice artistica Disability Film Festival)

Film: “Brevemente risplendiamo sulla terra” di Ocean Vuong;

“Ferro3- La Casa Vuota (Binjip)” di Kim ki-Duk.

 

MARCO BERTON (giornalista, coordinatore editoriale Disability Film Festival)

Libro: “Trilogia della città di K.” di Agota Kristof;

Film: “Departures” di Yojiro Takita.

 

TIZIANO COLOMBI (libraio, educatore, presentatore DFF OFF e moderatore Disability Film Festival)

Libro: “Ragazza, donna, altro” di Bernardine Evaristo.

 

ALESSIA GRAMAI (psicologa, presentatrice DFF OFF, esperta di comunicazione sociale)

Libri: “FLATLANDIA” di Edwin A. Abbott;

“Ragazze elettriche” di Naomi Alderman;

“Comunità perduta” di Doris Lessing;

Film: “Saving Mr Banks” di John Lee Hancock Jr.

Serie tv: “Dear White People” (Netflix)

 

FEDERICO STELLA (regista e videomaker)

Fumetti (e relativi film e serie tv): “Daredevil – Diavolo Custode” di Joe Quesada, Kevin Smith;

“Doctor Strange” di Stan Lee e Steve Ditko.

LE VISIONI DI NEMRAC – “La scomparsa di mia madre”, essere persone è materia dell’invisibile

di Carmen “Nemrac” Riccato

Cari amici di Volonwrite, oggi vi presento il film che ha segnato irreversibilmente il mio autunno 2019, l’uscita che ho atteso di più: l’unica opera italiana in concorso all’ultimo Sundance Film Festival è, ed è stato dalla sua uscita lo scorso 10 ottobre, una sorpresa protagonista di un viaggio attraverso il paese in un lungo tour di presentazioni e proiezioni. Una serie di innumerevoli incontri tra umani diversi, diversamente ribelli od omologati che si sono lasciati stregare da questa relazione, questa storia di scoperte umane e familiari che solo sulla carta sembrava un viaggio impossibile. “La scomparsa di mia madre” è ancora in alcune sale italiane, e non solo, grazie alle instancabili Reading Bloom e Rodaggio Film (trovate le date qui https://www.facebook.com/thedisappearanceofmymother/ ), oltre a essere candidato nella categoria documentari agli European Film Awards (gli Oscar Europei) che si sono tenuti il 7 dicembre. Buona lettura. Leggi tutto “LE VISIONI DI NEMRAC – “La scomparsa di mia madre”, essere persone è materia dell’invisibile”

Le visioni di Nemrac: “Parasite”

di Carmen “Nemrac” Riccato

“Parasite”, vincitore della Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes, è uscito la settimana scorsa: come al solito entro in sala avendo accuratamente evitato di leggere le recensioni di amici o giornali, non ho guardato nemmeno il trailer, quando un amico fidato scrive “da non perdere” per me è un indizio sufficiente, se il premio non fosse stato abbastanza. Leggi tutto “Le visioni di Nemrac: “Parasite””

Le visioni di Nemrac – Joker

di Carmen “Nemrac” Riccato

Amici di Volonwrite, eccomi di nuovo tra voi. L’estate, lunga e intricata, si è chiusa con il festival di Venezia che, mai per me come negli ultimi anni, ha riservato qualche sorpresa nell’assegnazione dei premi finali. Luca Marinelli, con una dedica meravigliosa Luca Marinelli, ha meritatamente ritirato la coppa Volpi per la sua grande interpretazione da protagonista in Martin Eden di Pietro Marcello (di cui vi parlerò nelle prossime settimane). Il Leone d’Oro è invece andato a Todd Phillips per il suo Joker: è proprio da lui che ricomincerò il mio ciclo di visioni con voi, non prima di aver chiuso il cerchio del mio prologo dicendovi che secondo me i due premi andavano invertiti. Leggi tutto “Le visioni di Nemrac – Joker”

LE VISIONI DI NEMRAC – Il fulgore di Dony

Ad Alessandra,

alla sua umana motivazione che mi ha consigliato questa visione:

“perché questo film mi ha riportato da te”

Ho visto lo spot promo di questo film per la tv, per caso, tra una notizia sulla crisi di governo e la premiazione della Palma d’Oro a Cannes. Pupi Avati e il suo nuovo film per la tv Il fulgore di Dony, il titolo non è un richiamo seppure quell’attributo abbia qualcosa di speciale di questi tempi inusuale ed altamente connotativo allo stesso tempo. Me lo perdo, la mia amica Alessandra, che non mi chiama quasi mai per consigliarmi una visione (di solito è il contrario) mi chiama, l’ha visto, mi dice che è importante, che ne dobbiamo parlare. Mi convince, per fortuna c’è RaiPlay. https://www.raiplay.it/programmi/ilfulgoredidony/

Donata, detta Dony, ha quindici anni, la sua migliore amica Barbara con cui frequenta danza classica, più per condivisione del tempo libero che per passione o talento nella disciplina, ha un debole per la scrittura: suo padre dice che è il suo sogno di bambina, lei non ne è più così sicura ma non s’affretta neppure a smentire.

E’ un po’ insicura nei modi, con una strana scintilla negli occhi vagamente all’ingiù, che s’accendono senza premeditazione il giorno in cui Marco Ghia, cerca affannosamente il portiere del suo palazzo. Sente gli occhi seducenti di Marco addosso e tutto cambia in un lampo: tutto resta dentro, la voce non trema, il passo diventa deciso, le azioni precise spinte dall’ inevitabile desiderio di rivederlo. Quel desiderio non diventa, smania di sapere o di possesso, semplicemente desiderio d’attenzione che diviene il bottino di una caccia al tesoro del cuore.

Il loro secondo incontro avverrà in ospedale, durante le settimane bianche delle due famiglie: Marco viene ricoverato per trauma cranico, e il fratello di Dony per la frattura della clavicola entrambi dopo una giornata sugli sci. I due si salutano, chiacchierano, uno scambio veloce che Dony vorrebbe non avesse fine.

Tutto però finisce sempre, per ricominciare nuovamente: per Marco Ghia il mondo cambia colore una sera di fine gennaio, per Dony che s’è innamorata di lui, a prima vista, accade la primavera seguente, quando scopre che Marco non tornerà più a scuola.

Dony va a trovarlo, vuole sapere cos’è successo: lo trova seduto al computer, a digitare lettere per un codice binario che solo lui decodifica: ripete la stessa frase manciate di volte senza fermarsi, finchè la voce di Dony spezza il loop; di quella voce Marco ha un ricordo in qualche angolo della sua mente. In quel frangente, il sentimento potente e acerbo che Dony prova acquista senso, non ha certo pretese di guarire o salvare ma ha un senso, può darne alla sua stessa esperienza nel suo andare.

Pupi Avati, che non seguivo più da un buon decennio, m’ ha sorpreso con una storia semplice tanto quanto rara: la semplicità è nel carattere dell’approccio, nella natura delle parole scelte per comunicare. Parole che sanciscono un inizio nell’ immediatezza delle situazioni, al pari dei momenti di confronto-scontro con una verità scritta dall’empatia e dall’autenticità d’un sentimento; che al Mondo non chiede d’esser compreso ma d’essere tollerato, nel suo esistere, quanto di vibrare nel suo essere.

Il coraggio di questo lavoro risiede soprattutto nella scelta di raccontare una malattia fuori tempo ed un sentimento a tempo che nel loro incontro testimoniano quanto le scelte possano essere cruciali e potenti se sono conseguenza di un desiderio che fiorisce dal bisogno di contare, di fare la differenza, per divenire consapevoli del proprio valore.

Una storia di rara lentezza che dispiega le sue piccole ragioni e la verità della protagonista nello splendore vivo di un cuore temerario che non ha paura di spaventarsi per tornare in sé e scegliere di non rinunciare al proprio sentimento solo perché non ha scorciatoie.

La giovane Dony è interpretata da Greta Montanari, la bimba che aveva interpretato Martina ne L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, è ancora lì: come se lo spirito da resistente di quel suo primo personaggio, dieci anni dopo fosse sbocciato da dentro quel corpo per ricordarci di non aver paura di scegliere chi amare, perché colui (o colei) che sceglieremo, dopo aver faticato lungo la strada, ci dirà molto nitidamente chi siamo nel profondo.

“E allora ridiamo ridiamo tantissimo

con gli occhi dentro agli occhi

poi smettiamo di ridere e lui mi guarda…”

Carmen Nemrac Riccato