Joël Dicker stupisce ancora. Ma stavolta non lo fa con un colpo di scena da thriller: lo fa con una scelta narrativa audacee profondamente umana. Durante la presentazione del suo nuovo romanzo La catastrofica visita allo zoo (La Nave di Teseo, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra), al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025, l’autore svizzero ha spiazzato il pubblico con un cambio di rotta deciso. Non solo abbandona il genere che lo ha reso celebre, ma affida il racconto a un coro di bambinə neurodivergenti, restituendo loro centralità e voce.
Un’Auditorium gremito ha accolto con emozione e sorriso il racconto di un libro che parla ai giovani, ma interpella profondamente anche gli adulti. Ambientato tra scuole allagate, recite scolastiche surreali e una gita allo zoo fuori controllo, il romanzo ha per protagonista Josephine, bambina loquace e neuroatipica che osserva il mondo adulto con uno sguardo affilato e disarmante. Intorno a lei, una classe di compagni e compagne “fuori norma”, le cui peculiarità diventano strumenti narrativi per ribaltare la prospettiva: non sono i bambini ad essere “difficili”, è il mondo degli adulti a risultare caotico e inadeguato.
Diversità, libertà e uno sguardo senza maschere
«Volevo che i miei protagonisti fossero liberi – ha spiegato Dicker –. Liberi di parlare, sbagliare, esplorare, esprimersi. Senza maschere, come solo i bambini sanno fare». Il libro si fa così ponte tra generazioni e sensibilità diverse, raccontando con umorismo e tenerezza, ma senza edulcorare, una realtà scolastica e familiare popolata da adulti spaventati, insegnanti stanchi, genitori distratti. In questo contesto, i bambini diventano agenti di rivoluzione, capaci di immaginare un mondo nuovo, dove persino Babbo Natale può essere verde, senza barba o donna.
Il messaggio è chiaro: la differenza non va spiegata né giustificata, va semplicemente vissuta. «Nel libro non parlo di disabilità – ha detto Dicker –. Non etichetto, non definisco. La bellezza della letteratura sta nel lasciare la parola a chi legge. Ho scelto di raccontare la disabilità attraverso la normalità: niente eroismo, niente pietismo, solo il diritto di ognunə di essere al centro della propria storia».
La catastrofica visita allo zoo si rivolge a un pubblico trasversale: è un’avventura per giovani lettori, ma anche una critica al conformismo adulto. È una dichiarazione poetica e politica, un atto d’amore verso l’infanzia e la diversità. «Essere diversi non è un’eccezione, è la nostra condizione naturale. La sfida più grande non è eliminarla, ma imparare a viverla insieme. Accettare la diversità significa accettare anche la libertà – la propria e quella dell’altrə».
Con questo romanzo, Dicker ricorda che solo ascoltando le voci ai margini possiamo costruire un mondo più equo. E forse, se a guidarci sono i bambini, è perché non hanno paura di essere diversi.
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