Imparare può e deve essere un gioco. È questo il messaggio emerso dall’incontro “Disturbi specifici dell’apprendimento: segnali predittivi e possibili modalità di intervento”, che si è tenuto venerdì 16 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, nella Sala Ambra del Padiglione 1.
Un’occasione importante per riflettere sulle strategie più efficaci per riconoscere precocemente i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e per offrire a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, strumenti inclusivi, capaci di stimolare mente e creatività attraverso il gioco.
Relatori e relatrici: la squadra dell’inclusione
A prendere la parola durante l’incontro sono stati Laura Fumagalli, presidente di MyEdu, e Maria Enrica Bianchi, vicepresidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID), che hanno sottolineato quanto sia fondamentale una rete tra famiglia, scuola e tecnologia per accompagnare bambinɜ con DSA in un percorso educativo sereno ed efficace.
Accanto a loro, la professoressa Barbara Urdanch, formatrice AID e membro del comitato scientifico di MyEdu, ha illustrato in modo dettagliato una serie di attività che stimolano le funzioni cognitive in maniera giocosa: attenzione focalizzata, memoria di lavoro, categorizzazione, inibizione e flessibilità cognitiva.
Quando imparare è un gioco (serio)
Disegnare oggetti, completare sequenze, riconoscere colori, risolvere labirinti, unire i puntini, individuare elementi mancanti: ogni esercizio è pensato per rafforzare capacità cognitive attraverso il divertimento. «Il gioco è un canale privilegiato per favorire l’apprendimento, soprattutto nei e nelle bambinɜ con disturbi specifici», ha spiegato Urdanch.
Giochi classici come il Tangram, Forza 4, Tetris o le “cascate di numeri” sono stati reinterpretati in chiave didattica per potenziare competenze fondamentali. La narrazione di storie aiuta bambine e bambini ad allenare la flessibilità mentale, mentre le attività creative consentono di esplorare nuove modalità di espressione.
Come ha sottolineato Laura Fumagalli, «con i giusti strumenti, ogni bambina e ogni bambino può sviluppare il proprio potenziale. L’obiettivo non è solo superare un ostacolo, ma scoprire e valorizzare le proprie capacità».
L’incontro ha confermato l’impegno di MyEdu nel promuovere una didattica digitale accessibile, divertente e inclusiva, grazie anche alla collaborazione con AID. Per scoprire di più sui progetti educativi e sui percorsi formativi, è possibile visitare il sito ufficiale: www.myedu.it.
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