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Al Salone del Libro un Laboratorio per costruire libri accessibili

Data di pubblicazione 17 Maggio 2025
Tempo di lettura Lettura 3 minuti

“Quando i bambini parlano ma non vengono capiti. Quando ascoltano ma non capiscono. Quando non riescono a trovare le parole.” È da qui che nasce il bisogno – urgente, concreto, politico – di una lettura accessibile. Ed è da qui che è partito anche il laboratorio “Si può fare leggere tutti? Redigere testi accessibili per bambini con bisogni comunicativi complessi”, di venerdì 16 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, nel Padiglione 4.

Promosso in collaborazione con Homeless Book, l’evento ha riunito esperte del settore editoriale e della comunicazione aumentativa: Maria Caterina Minardi, Anna Peiretti, Cecilia Rubertelli e Francesca Volpato. L’obiettivo? Condividere metodi e buone pratiche per realizzare libri davvero accessibili a bambinə che non parlano, non leggono ancora, vivono una disabilità comunicativa o semplicemente stanno imparando a comunicare.

Non basta un simbolo per dire “accessibile”

I libri in CAA – Comunicazione Aumentativa e Alternativa sono una delle strade più efficaci per includere chi ha bisogni comunicativi complessi: un linguaggio visivo e testuale che affianca parole e pittogrammi, facilitando la comprensione. Ma – come ricordano le relatrici – inserire simboli non basta: serve una profonda cura del linguaggio.

Un testo è davvero accessibile quando viene semplificato nella sintassi, nel lessico e nella morfologia. Frasi brevi, soggetto esplicitato, tempi verbali semplici (indicativo, passato prossimo), negazioni ben evidenziate, nessun linguaggio figurato o sinonimi inutili. Una scrittura chiara, diretta, pensata per aprire le porte della comprensione a tuttə.

Quando l’immagine guida la lettura

Accanto alla semplificazione, c’è la facilitazione, ovvero quell’insieme di strumenti che supportano la lettura: immagini, colori, marcatori visivi, espressioni facciali, tutti pensati per aiutare lə bambinə a decifrare significati, emozioni, concetti. Una narrazione multimodale in cui ogni elemento, grafico e verbale, è calibrato per guidare e non distrarre.

Un esempio virtuoso è il progetto editoriale “Le avventure di Pepe e del suo zaino magico”, pensato per bambinə sordi dai 4 ai 6 anni. Ogni volume si concentra su un aspetto del linguaggio (come i pronomi o le dinamiche causa-effetto), attraverso strutture ripetitive, elementi funzionali evidenziati, illustrazioni coerenti e prove di comprensione. Una collana che nasce per l’accessibilità, ma si rivolge a tuttə.

La lettura come diritto

“Si può fare leggere tutti?” è molto più di un titolo provocatorio. È una chiamata collettiva a ripensare il linguaggio e a progettare libri che includano, non escludano. Non è solo una questione educativa o editoriale, ma sociale. Perché, come hanno dimostrato le voci intervenute, la lettura può essere davvero di tuttə – se ci impegniamo a costruirla su misura di chi oggi è più lontano da essa.

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