Al Salone Internazionale del Libro di Torino, l’incontro “Tra una data e l’altra. Dall’8 marzo al 25 novembre” ha proposto una riflessione corale e concreta sulla condizione femminile, superando le tradizionali ricorrenze per ribadire l’urgenza di un impegno quotidiano sui temi della parità, della violenza di genere, della disabilità e della rappresentanza.
Organizzato in collaborazione con l’Associazione Scrittori e Sapori e con il sostegno della Regione Piemonte, l’evento ha riunito amministratrici pubbliche, professioniste, attiviste e testimoni dirette, creando un dialogo intenso e partecipato.
Voci di donne, tra arte, memoria e rinascita
A dare il via all’incontro è stata Francesca Falciola, con un momento di lettura dedicato a tre testi simbolici: un passaggio tratto da Una vita per l’arte di Peggy Guggenheim, seguito da un estratto delle memorie di Sofia Fly, donna sopravvissuta alla violenza domestica, che ha scelto uno pseudonimo per proteggere la propria identità. Il brano, Noi Manuel Dani e io, racconta le difficoltà e il percorso di rinascita intrapreso durante il suo soggiorno in una comunità protetta. La lettura si è poi conclusa con Sorridi donna di Alda Merini, poesia che celebra la forza e la dignità femminile, lasciando spazio a una serie di testimonianze concrete e toccanti.
Istituzioni femminili, territori che cambiano
A seguire, si sono susseguiti numerosi interventi da parte di amministratrici e rappresentanti istituzionali impegnate sul territorio. Tra queste, Lucia Piccirillo, consigliera comunale del piccolo comune di Briga, ha raccontato come il paese, guidato da un’amministrazione tutta al femminile fin dal 2004, abbia costruito nel tempo una rete di sostegno per le donne, tra cui una casa protetta per madri con figli/e, corsi per migranti, e l’adesione alla Carta Etica per la parità di genere. Il comune lavora anche sulla toponomastica femminile, per correggere l’assenza di nomi di donne nelle vie del paese.
Significativa anche la presenza della sindaca di Cressa, Ilaria Zola, che ha illustrato le attività portate avanti grazie al volontariato femminile, in particolare dall’associazione Cressa aiuta Cressa, attiva su progetti a favore delle donne.
Dal diritto alla cucina: quando la parità si costruisce con i fatti
Tra le voci più appassionate, quella dell’avvocata Rosamaria Pizza, che ha denunciato la disparità di trattamento economico tra uomini e donne nella professione legale: “Sulla carta la parità esiste, ma i numeri raccontano altro. A parità di competenze, una donna guadagna la metà di un collega uomo”.
Le difficoltà, ha aggiunto, si acuiscono per le penaliste incinte: “Quando comincia a vedersi la pancia, molti clienti cambiano avvocato, convinti che dopo la maternità ci sarà bisogno di sostituirle”.
A portare un altro punto di vista, legato al mondo imprenditoriale e gastronomico, Angela Ferracci, figlia della celebre chef Anna Dente, ha raccontato la nascita dell’Associazione Culturale Anna Dente, pensata per promuovere una rete di donne nella ristorazione e nella filiera agroalimentare.
L’associazione ha anche creato il Premio Anna Dente, il primo al mondo dedicato a una chef donna, per valorizzare il lavoro femminile in un settore ancora dominato dagli uomini. “Mia madre è stata ambasciatrice della cucina romana e laziale – ha detto Ferracci – e questo premio vuole onorarne l’eredità e aprire nuove strade a chi viene dopo”.
Una riflessione ampia che attraversa la guerra e il presente
A più riprese, il tema della violenza è stato centrale. Non solo quella domestica o economica, ma anche quella sistemica, come lo stupro di guerra, denunciato come “non più semplice bottino di guerra, ma strumento di distruzione etnica, parte di una strategia di genocidio. Il corpo della donna – è stato detto – è oggi, in molti contesti, il vero campo di battaglia”.
L’incontro si è chiuso con un momento musicale a cura del sassofonista Antonio Sogni, seguito dalla presentazione del romanzo Cuore di Gallo di Laura Travaini, autrice e promotrice del progetto: “Tra l’8 marzo e il 25 novembre c’è tutto il resto dell’anno. Questo è il tempo in cui dobbiamo continuare a parlarne, senza fermarci mai”.
Insomma, “Tra una data e l’altra” ha rappresentato molto più di un semplice evento: è stato un manifesto collettivo per ribadire che la lotta contro le disuguaglianze e la violenza sulle donne non può essere confinata al calendario. Le voci che si sono alternate al Salone del Libro hanno tracciato un percorso fatto di azioni concrete, di reti solidali, di parole che non chiedono solo ascolto, ma risposte. Dai piccoli comuni alle grandi istituzioni, dalle professioni alla cultura, il messaggio è chiaro: per costruire un cambiamento reale servono visioni condivise, politiche inclusive e un impegno quotidiano, che vada ben oltre l’8 marzo e il 25 novembre.
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