L’accessibilità culturale non si misura soltanto in rampe e ascensori. Al Salone Internazionale del Libro di Torino, l’incontro Un museo per tutti – Accessibilità e inclusione al centro, ospitato domenica 18 maggio nello Spazio MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito), ha acceso i riflettori su un’altra dimensione dell’inclusione: quella sensoriale. Protagonista, la Stamperia Regionale Braille di Catania con il suo Polo Tattile Multimediale, centro d’eccellenza nazionale per la produzione di contenuti museali accessibili alle persone cieche e ipovedenti.
Oltre il Braille: i linguaggi accessibili della Stamperia di Catania
La Stamperia, storicamente dedicata alla stampa in Braille – ancora oggi unico sistema di lettura e scrittura per chi non vede – ha esteso negli anni il proprio lavoro a formati accessibili su più livelli: testi ingranditi per ipovedenti, contenuti digitali compatibili con barre Braille e sintesi vocale, audiolibri letti da voci umane e non da software. Accanto alla parola scritta, l’immagine prende forma grazie a mappe tattili, percorsi podotattili, e soprattutto al sistema ottico-tattile sviluppato dal Polo Tattile.
Quest’ultimo consente di esplorare un quadro attraverso la scomposizione tattile dell’immagine secondo la logica visiva dell’autore. Il principio è semplice: ricostruire con le mani ciò che l’occhio coglie in pochi istanti, restituendo priorità, ritmo e gerarchia visiva. Un’innovazione che non si limita alla riproduzione, ma diventa interpretazione e accesso reale al contenuto artistico.
Accessibilità e fruibilità: due concetti distinti
Come ha sottolineato Luca Grasso, tiflologo e responsabile del Polo Tattile, non basta rendere accessibile uno spazio per renderlo fruibile. Si può entrare in un museo senza riuscire a comprenderne nulla. Fruibilità significa poter conoscere, orientarsi, emozionarsi, proprio come chi vede. E per farlo servono strumenti su misura, pensati con e non solo per le persone cieche.
La progettazione accessibile richiede ambienti acusticamente equilibrati, percorsi riconoscibili al tatto, modelli tridimensionali da toccare, mappe in rilievo e audioguide in grado di trasmettere, attraverso le parole, emozioni, atmosfere, persino consistenze. In questo, la collaborazione con le persone cieche non è un’opzione, ma una necessità: “Serve ascoltare chi vive il museo in modo diverso – ha ricordato Grasso – perché spesso si progettano percorsi per ciechi senza consultarli, ottenendo risultati inutili”.
Campania tra le mani: il patrimonio raccontato con altri sensi
Un esempio concreto è Campania tra le mani, progetto curato dalla Stamperia di Catania per rendere accessibili alcuni dei principali siti archeologici e museali della regione. Le audioguide, sviluppate insieme a persone cieche e ipovedenti, sono state pensate per rispondere a reali bisogni informativi: non semplici trasposizioni di contenuti visivi, ma racconti tattili ed emotivi.
Un esempio sono le audioguide create per i reperti archeologici di Pompei: invece di focalizzarsi sul colore, elemento inaccessibile per chi non vede, l’accento è stato posto su forme, collocazioni, contesto di ritrovamento. Una scelta che ribalta il punto di vista e valorizza contenuti universali, accessibili a tuttə.
Accessibilità come responsabilità collettiva
L’esperienza del Polo Tattile e della Stamperia di Catania dimostra che l’inclusione culturale non è solo una questione tecnica, ma un atto politico e sociale. Rendere un museo fruibile significa restituire dignità, autonomia e bellezza a chi per troppo tempo ne è stato escluso. E farlo non solo per legge, ma per giustizia. La cultura, per essere davvero pubblica, deve poter parlare tutte le lingue, anche quelle che si leggono con le mani.
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