È terminato anche il lungo scorrere dei titoli di coda ed è ufficialmente andata in archivio la XXXVII edizione del Salone del Libro di Torino. È stato l’ennesimo successo: il consueto bagno di folla ha inondato i padiglioni del Lingotto Fiere. Sono trascorse un paio di settimane, ma, voltandoci indietro, quel clima da grande evento — che ci trasmette sempre un mix di carica ed entusiasmo e che, come team di Volonwrite, ci permette di operare al meglio — è ancora vivido e palpabile dentro di noi.
Un Salone del Libro da grandi numeri
I numeri confermano l’ottimo stato di salute della manifestazione: 2.647 eventi ospitati in 70 sale, cui si aggiungono gli 800 eventi del Salone Off; 977 spazi espositivi hanno accolto altrettanti stand. Nel dettaglio, il sabato si conferma la giornata con maggiore affluenza, mentre l’inaugurazione ha registrato il maggiore incremento rispetto all’edizione precedente, con un ottimo +11%.
Disabilità al Salone del Libro
Per quanto riguarda la nostra area d’interesse, la disabilità, anche in questa edizione l’offerta è stata significativa non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche per la qualità e varietà delle proposte. Il Salone ha delineato l’immagine di una disabilità in costante movimento, al passo con i tempi, che — seppur lentamente — tenta di approdare a un nuovo paradigma: il racconto di sé in prima persona, una comunicazione non più mediata da terzi, ma resa possibile grazie al lavoro degli attivisti. Un percorso ancora agli inizi, ma già ricco di spunti.
Nel corso dei cinque giorni del Salone, tra le sale dislocate nei quattro padiglioni e all’Oval, è emersa una narrazione varia e multiforme di “Disabilandia”, per citare la scrittrice e attivista Marina Cuollo. Ci si è concentrati sullo sport paralimpico, con approfondimenti sui Giochi di Parigi 2024 e uno sguardo verso Milano-Cortina 2026. Ampio spazio anche al calcio paralimpico, un movimento in piena espansione, trainato da due testimonial d’eccezione come Giorgio Chiellini e Gianluigi Buffon.
L’accessibilità al Salone del Libro
Un altro tema ricorrente declinato in chiave disabilità è stato quello dell’accessibilità. Si avverte sempre più l’attenzione degli attori principali del mondo editoriale verso una cultura accessibile e inclusiva, e la tematica ha attraversato trasversalmente numerosi eventi.
L’attivismo al Salone del Libro
Un ruolo centrale è stato ricoperto dagli attivisti, oggi veri e propri pilastri della comunicazione sulla disabilità: promotori delle loro opere letterarie, protagonisti e animatori di incontri e dibattiti. Tra questi, Valentina Tomirotti — giornalista e attivista — ha partecipato con il suo inconfondibile stile al talk show “Disabilità, Linguaggio inclusivo e Politically Correct”, anteprima del Premio Giornalistico Paolo Osiride Ferrero.
Unicità è la parola giusta anche per descrivere l’approccio di Marina Cuollo, che ha dedicato il suo contributo alla divulgazione della disabilità per i più piccoli, con una tavola rotonda alla quale hanno preso parte anche due figure di riferimento dell’attivismo italiano: Iacopo Melio e Vera Gheno. Insieme a loro, un laboratorio rivolto alle scolaresche.
Da sottolineare, infine, la vera e propria lectio magistralis di Fabrizio Acanfora, che ha affrontato con profondità e lucidità il tema più che attuale del ruolo degli attivisti nell’era dei social media.
Un evento di grande interesse: un microcosmo che, anno dopo anno, cresce in importanza, offrendo una narrazione della disabilità camaleontica, capace di adattarsi e di rispecchiare lo spirito del tempo.