Non basta l’impegno sulla carta: l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia resta un traguardo difficile da raggiungere. Il XXVI Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva del CNEL traccia un quadro preoccupante tra bassa occupazione, scarsa attenzione nelle trattative sindacali e discriminazioni di genere e generazionali. Ecco le criticità e le proposte emerse dall’analisi.
Occupazione: un divario strutturale e persistente
Secondo il Rapporto, solo il 33% delle persone con disabilità gravi ha un lavoro, una percentuale nettamente inferiore rispetto al 62% della popolazione generale. Per chi ha una disabilità non grave, la quota sale al 57%, ma resta comunque distante dalla media nazionale. Il tasso di disoccupazione, invece, è più alto tra le persone con disabilità (16,6% per chi ha disabilità grave e 14,4% per chi ha disabilità non grave) rispetto al 12% di chi non ha disabilità.
Le cause sono molteplici: dalle barriere architettoniche e tecnologiche alle difficoltà culturali, fino alla scarsa efficacia delle politiche attive del lavoro. Nonostante la Legge 68/1999 sull’inserimento lavorativo, la sua applicazione è spesso limitata, lasciando molti senza adeguato supporto.
La contrattazione collettiva: un’occasione mancata
Un dato particolarmente critico riguarda la quasi totale assenza di riferimenti alla disabilità nei contratti collettivi di lavoro, sia nazionali sia aziendali. Solo pochi accordi contengono disposizioni specifiche per favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
Ciò evidenzia come il tema non sia ancora considerato prioritario nell’agenda di sindacati e imprese, e che la contrattazione non rappresenti ancora un canale strutturale per promuovere equità e giustizia sociale nei luoghi di lavoro.
Donne con disabilità: una doppia discriminazione
La condizione lavorativa delle donne con disabilità è particolarmente critica. Esse affrontano una doppia discriminazione legata al genere e alla disabilità, con tassi di occupazione inferiori rispetto agli uomini con disabilità e quasi nessuna rappresentanza in ruoli di responsabilità.
Per favorire un reale cambiamento, è fondamentale che le politiche per la parità di genere si integrino con quelle per l’inclusione delle persone con disabilità, affrontando la discriminazione intersezionale in modo diretto e mirato.
Giovani con disabilità: una transizione scuola-lavoro fragile
Un’altra criticità riguarda i giovani con disabilità, di cui due terzi non lavorano né studiano, contro percentuali molto più basse tra i coetanei senza disabilità. La transizione dalla scuola al lavoro è spesso interrotta o ostacolata da una carenza di strumenti di accompagnamento efficaci, come tutoraggio personalizzato e tirocini inclusivi.
Questa situazione rischia di compromettere il futuro professionale di un’intera generazione, sottolineando la necessità di investimenti mirati e politiche dedicate.
Ostacoli culturali e pregiudizi ancora diffusi
Il Rapporto CNEL evidenzia che, oltre agli ostacoli materiali, il mercato del lavoro è influenzato da percezioni culturali superate. In alcuni contesti la disabilità è ancora associata a una minore produttività o a difficoltà gestionali, limitando l’accesso a colloqui, la valorizzazione del talento e la progressione di carriera.
Questi pregiudizi rappresentano un ostacolo concreto all’inclusione piena e richiedono campagne di sensibilizzazione e formazione per modificare rappresentazioni sociali errate.
Le proposte del CNEL per invertire la rotta
Per affrontare queste sfide, il CNEL suggerisce una serie di interventi:
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Inserire clausole specifiche e inclusive nei contratti collettivi di lavoro;
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Rafforzare i Centri per l’impiego con personale specializzato nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità;
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Promuovere la flessibilità organizzativa, il lavoro agile e gli accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro;
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Incentivare le imprese tramite misure premiali per l’assunzione e la valorizzazione professionale delle persone con disabilità.
Verso un mercato del lavoro più inclusivo
Il percorso per una reale inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia è ancora lungo e complesso. Serve un impegno coordinato tra istituzioni, imprese, sindacati e società civile, capace di superare barriere materiali e culturali e di mettere al centro competenze e diritti.
Solo così sarà possibile garantire pari opportunità e valorizzare il potenziale di tutte e tutti, costruendo un mercato del lavoro equo e accessibile.
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