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“Live For All”: al Senato la richiesta di una legge per l’accesso universale allo spettacolo dal vivo

Data di pubblicazione 7 Luglio 2025
Tempo di lettura Lettura 4 minuti

Una legge per garantire il diritto alla cultura e allo spettacolo dal vivo anche alle persone con disabilità. È la richiesta lanciata lo scorso 3 luglio, durante la conferenza stampa “Una Legge Live For All” ospitata al Senato della Repubblica e promossa dal Senatore Ivan Scalfarotto, in collaborazione con il Comitato per i concerti accessibili e Al.Di.Qua.Artists, associazione di categoria formata da artisti e artiste e professionisti e professioniste dello spettacolo con disabilità.

Una proposta che nasce da anni di denunce, segnalazioni e campagne, e che mette al centro un principio fondamentale: la cultura è un diritto umano e deve essere accessibile a tutti e tutte, sul palco come in platea.

Accesso negato, diritti sospesi

Biglietti difficili da prenotare, aree dedicate ma segreganti, visibilità compromessa, call artistiche inaccessibili, compensi che rischiano di far perdere i sussidi. Le criticità legate all’accesso delle persone con disabilità agli eventi live sono molteplici e diffuse. Un problema sistemico, denunciato da attivisti e attiviste, artisti e artiste e spettatori e spettatrici attraverso articoli, campagne social e segnalazioni raccolte negli ultimi anni.

“Non chiediamo favori, ma equità – hanno dichiarato alcune delle attiviste presenti –. La cultura non può essere riservata solo a chi può permettersi di accedervi senza ostacoli”.

Una proposta concreta: dieci punti per cambiare

Durante l’incontro è stato rilanciato il manifesto della campagna “Live For All”, lanciata nel 2024, che ha già raccolto oltre 30.000 firme su Change.org. Cuore della proposta: un pacchetto di dieci punti articolati in due ambiti fondamentali — accesso per il pubblico e diritti lavorativi per artisti e artiste e professionisti e professioniste con disabilità.

Tra le richieste:

  • Prenotazione dei biglietti in modalità paritarie e trasparenti;

  • Comunicazione obbligatoria del numero di posti accessibili;

  • Visibilità garantita, abolizione delle aree separate;

  • Progettazione universale nelle strutture nuove o ristrutturate;

  • Fondi per l’accessibilità in produzione e tournée;

  • Accessibilità nelle open call, nella formazione e nei percorsi artistici;

  • Rivalutazione delle soglie reddituali che penalizzano i lavoratori intermittenti;

  • Eliminazione di barriere fisiche, sensoriali, cognitive e culturali.

Un pacchetto di misure che mira a costruire un sistema inclusivo, equo e davvero aperto a tutti e tutte.

Una legge ferma, un Parlamento sollecitato

Nel mirino delle associazioni e dei promotori c’è lo stallo della proposta di legge n.1536, attualmente ferma in Commissione Cultura alla Camera. “Chiediamo che l’iter riparta, con l’inserimento degli emendamenti coerenti con il Manifesto Live For All – è stato ribadito in conferenza –. È tempo che il Governo assuma impegni chiari, vincolanti e strutturali”.

L’intervento conclusivo è stato del Sen. Scalfarotto, promotore dell’iniziativa, che ha richiamato l’articolo 3 della Costituzione, sottolineando come il principio dell’uguaglianza debba trovare piena applicazione anche in ambito culturale. “È la Repubblica a doversi fare carico di rimuovere gli ostacoli – ha detto –. E questo vale anche per teatri, concerti, festival”.

Un movimento corale a sostegno della campagna

All’incontro hanno partecipato numerosi rappresentanti di realtà associative e del mondo dello spettacolo: tra i presenti, Chiara Bersani, Sofia Righetti, Valentina Tomirotti, Serena Tummino, ma anche FISH, AISM, CoorDown, UILDM, Famiglie SMA, Osservatorio Malattie Rare, Fondazione Diversity, e molte altre.

Testimonianze forti anche dal Movimento Antiabilista, con Marta Migliosi che ha rivendicato il diritto a “non accontentarsi più di un’accessibilità parziale”, e da FISH, con Michele Adamo che ha ribadito: “Concerti, teatri, eventi sportivi non devono essere esperienze riservate a pochi e poche. Troppe barriere ancora lo impediscono”.

La petizione su Change.org, tra le più partecipate dell’anno in tema di accessibilità, è stata rilanciata da personalità del mondo artistico e dello spettacolo come Francesca Michielin, Ficarra e Picone e le Karma B, presenti in sala.

Accessibilità culturale: una questione urgente

“Non abbiamo più tempo” è stata una delle frasi più ripetute durante l’incontro. A pochi giorni dal Disability Pride di Roma, la campagna Live For All si fa portavoce di un’esigenza collettiva e non più rinviabile: garantire a tutte le persone, con o senza disabilità, il diritto di vivere pienamente la cultura dal vivo.

Perché la cultura, come la democrazia, o è per tutti e tutte, o non è.

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