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Donne amputate e maternità: risultati di un’indagine canadese

Data di pubblicazione 4 Settembre 2025
Tempo di lettura Lettura 3 minuti

La gravidanza è un’esperienza trasformativa, fatta di cambiamenti fisici, emotivi e psicologici. Per le donne con amputazioni agli arti inferiori, tuttavia, questa fase può comportare sfide aggiuntive, spesso poco considerate dalla letteratura medica. Uno studio canadese condotto da ricercatori della Western University e del Parkwood Institute di London, in Ontario, ha indagato proprio queste difficoltà, pubblicando i risultati ad aprile 2025 sulla rivista Prosthetics and Orthotics International.

Una finestra sulla mobilità in gravidanza

L’indagine si è basata su un questionario online rivolto a donne con amputazioni agli arti inferiori che avevano vissuto una gravidanza nei cinque anni precedenti. Hanno partecipato 16 donne, con un totale di 31 gravidanze documentate.

Dalle risposte emerge chiaramente come la gravidanza influisca sulla mobilità: sei partecipanti hanno riportato almeno una caduta, tre hanno dovuto ricorrere a supporti aggiuntivi come stampelle o deambulatori, e cinque hanno fatto ricorso a una carrozzina. Quasi metà del campione ha lamentato difficoltà a mantenere l’equilibrio sulla gamba sana, con cinque donne che hanno manifestato dolore a quest’arto.

Questi dati mettono in luce quanto sia fondamentale considerare la mobilità come variabile critica nella gestione della gravidanza per donne con amputazioni, sia per prevenire incidenti sia per sostenere l’autonomia delle gestanti.

L’impatto sulla protesi

Lo studio ha inoltre evidenziato come l’uso della protesi cambi durante la gravidanza. Otto donne hanno ridotto l’uso quotidiano, quattro hanno modificato il tipo di protesi, due hanno alternato i giorni di utilizzo, e due hanno sospeso del tutto l’uso a causa del gonfiore e dell’aumento del carico sul moncone.

Questi cambiamenti sottolineano che le protesi, pensate per l’uso quotidiano, possono diventare meno compatibili con le variazioni fisiche della gravidanza, richiedendo adattamenti individualizzati e una stretta collaborazione con fisioterapisti/e e ortopedici.

Complicanze fisiche e psicologiche

Dal punto di vista clinico, il 64% delle partecipanti ha riportato mal di schiena lombare, sintomo comune ma amplificato dalla necessità di compensare l’arto amputato. Il 44% ha segnalato problemi di equilibrio, mentre il 25% ha manifestato sintomi di depressione post parto.  Non sono state invece osservate differenze significative in altre complicanze della gravidanza, come preeclampsia o eclampsia.

Questi dati indicano che, oltre agli aspetti puramente fisici, le donne con amputazioni possono vivere maggiore stress psicologico e disagio, con conseguenze sulla qualità della vita e sul benessere materno.

Bisogno di un approccio personalizzato

Lo studio canadese sottolinea quanto sia essenziale un’assistenza su misura per le donne con amputazioni durante la gravidanza. Non si tratta solo di monitorare la salute generale della gestante, ma di adattare costantemente protesi, ausili alla mobilità e strategie di prevenzione delle cadute in base ai cambiamenti del corpo e del peso. La gestione ideale è multidisciplinare: medici in ginecologia, ortopedia, fisioterapia e ostetricia devono lavorare in sinergia per garantire sicurezza, autonomia e benessere complessivo.

Oltre agli aspetti fisici, l’accompagnamento psicologico gioca un ruolo cruciale. Lo stress, l’ansia e il rischio di depressione post parto richiedono attenzione costante, così come la possibilità di adattare il percorso individualmente secondo tipo di amputazione, uso della protesi e condizioni di salute preesistenti.

In Italia, queste esigenze sono spesso poco riconosciute. Sebbene esistano strutture per donne con disabilità, manca ancora una reale integrazione tra specialisti e protocolli mirati alla gravidanza in donne amputate. Studi come quello canadese offrono un punto di riferimento prezioso per sensibilizzare clinici, istituzioni e centri di riabilitazione, affinché si sviluppino percorsi personalizzati capaci di coniugare sicurezza, autonomia e qualità della vita durante la maternità.

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