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Donne con disabilità: il report D.i.Re. 2024 evidenzia progressi e criticità

Data di pubblicazione 4 Settembre 2025
Tempo di lettura Lettura 4 minuti

Il nuovo rapporto annuale 2024 di D.i.Re. – Donne in Rete contro la violenza segna un passo significativo: per la prima volta viene dedicato un intero capitolo alle donne con disabilità vittime di violenza. Questo segnale di attenzione politica conferma l’impegno della Rete a riconoscere le esigenze specifiche di un gruppo storicamente sottorappresentato nei servizi antiviolenza. Tuttavia, permangono lacune rilevanti nella raccolta dati, nell’accessibilità dei Centri e nella formazione del personale.

I numeri della Rete D.i.Re.

Alla rilevazione hanno partecipato 77 dei 113 Centri antiviolenza della Rete, pari al 68%, che gestiscono 204 sportelli distribuiti quasi ovunque sul territorio nazionale, con l’eccezione del Molise. Nel 2024, 23.851 donne hanno trovato sostegno nei Centri, in crescita rispetto alle 23.085 del 2023, di cui 16.350 si sono rivolte ai servizi per la prima volta. Questi dati evidenziano non solo la crescente domanda di assistenza, ma anche l’efficacia della rete nel raggiungere nuovi utenti.

Il report è articolato in sette sezioni principali: i Centri della Rete, le donne accolte, gli autori della violenza, le Case rifugio, le donne rifugiate o richiedenti asilo, le donne con disabilità e la nota metodologica.

Accessibilità e risorse economiche

Oltre l’82% dei Centri antiviolenza è accessibile alle donne con disabilità motoria, mentre tra le 60 Case rifugio disponibili, il 48% risulta accessibile. Tuttavia, il report non chiarisce le modalità di rilevazione di questi dati né chi abbia valutato concretamente l’accessibilità, lasciando aperto il dubbio sulla loro affidabilità.

Il funzionamento quotidiano dei Centri si regge principalmente sul volontariato: 3.739 volontarie e 1.159 operatori retribuiti. Le risorse pubbliche superano quelle private, ma restano insufficienti rispetto alle necessità reali, soprattutto per garantire percorsi personalizzati e strutture accessibili a tutte.

Le donne con disabilità nei Centri

Il capitolo dedicato alle donne con disabilità sottolinea il duplice processo di discriminazione: per la loro condizione di donna e per la disabilità. Nel 2024, 49 Centri hanno accolto complessivamente 348 donne con disabilità, di cui 261 per la prima volta. La distribuzione geografica mostra una netta concentrazione al Nord, una presenza più limitata al Centro e quasi assente al Sud, rivelando un divario territoriale nei servizi di supporto.

Tra le ospiti, il 32% ha disabilità motoria, il 20% disabilità intellettiva, il 10% sensoriale e il 38% altre tipologie di disabilità. La violenza subita proviene in quasi tutti i casi da persone con legami affettivi stretti: partner nel 56,3% dei casi, ex partner nel 17,2%, altri parenti nel 18%. Tuttavia, il report non riporta dati sulle forme specifiche di violenza, né indica se il personale dei Centri abbia ricevuto formazione dedicata sulle disabilità, elementi cruciali per valutare la reale inclusività dei servizi.

Sfide aperte e criticità

Nonostante il passo avanti rappresentato dall’introduzione di un capitolo dedicato, restano diverse criticità:

  • Dati sull’accessibilità poco chiari: il report non spiega come siano stati raccolti i dati né chi abbia valutato concretamente l’accessibilità dei Centri e delle Case rifugio;
  • Criteri di esclusione dalle Case rifugio: molte strutture continuano ad applicare criteri che ostacolano l’accoglienza di donne con disabilità, in contrasto con i princìpi della Convenzione di Istanbul. In particolare, donne con disabilità psichiatrica o con dipendenze vengono spesso escluse, limitando la possibilità di intervento;
  • Formazione del personale insufficiente: non è noto se le operatrici abbiano ricevuto formazione mirata su disabilità e violenza, necessaria per garantire percorsi personalizzati;
  • Tipologie di violenza non documentate: la mancanza di dati sulle violenze specifiche subite dalle donne con disabilità impedisce di sviluppare strategie mirate e strumenti di prevenzione adeguati.

Il valore della Rete e le prospettive future

Il report conferma che la Rete D.i.Re. ha intrapreso un percorso di maggiore attenzione verso le donne con disabilità, ma evidenzia anche quanto sia urgente consolidare l’inclusione. La piena accessibilità dei Centri, l’eliminazione dei criteri di esclusione, la raccolta dati più dettagliata e la formazione mirata del personale sono strumenti indispensabili per rendere i servizi realmente efficaci.

Il riconoscimento ufficiale di questo tema rappresenta comunque un primo passo concreto. È fondamentale sfatare i falsi miti sull’accoglienza delle donne con disabilità vittime di violenza e promuovere buone pratiche condivise tra i Centri della rete.

Il report 2024 di D.i.Re. dimostra dunque una volontà chiara di attenzione alle donne con disabilità, ma mette in luce anche la strada ancora da percorrere. Il bilancio è positivo, ma incompleto: occorrono dati più affidabili, percorsi personalizzati, formazione del personale e politiche attive per superare le esclusioni. Solo così si potrà costruire una rete antiviolenza davvero inclusiva e capace di proteggere tutte le donne, indipendentemente dalla loro condizione fisica o intellettiva.

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