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Salone del Libro: celebrazione del numero speciale “SuperAbile” dedicato alle Paralimpiadi da record

Data di pubblicazione 17 Maggio 2025
Tempo di lettura Lettura 4 minuti
Salone del Libro di Torino 2025: gli ospiti della presentazione del numero speciale di Superabile Inail dedicato alle Paralimpiadi di Parigi seduti sul palco

Al Salone Internazionale del Libro di Torino, oggi si è tenuta la presentazione del numero speciale di SuperAbile INAIL dedicato alle Paralimpiadi di Parigi 2024, che hanno visto l’Italia protagonista con risultati straordinari. Un’occasione per fare il punto su un movimento in continua crescita e riflettere su quanto lo sport paralimpico sia oggi motore di progresso e orgoglio.

Con ben 71 medaglie conquistate, Parigi 2024 ha segnato il record assoluto per la delegazione azzurra, che ha potuto contare su 141 atleti, una delle rappresentanze più ampie di sempre. Numeri che parlano da soli, raccontando una grandissima Paralimpiade.

Lo sport come strumento di reinserimento sociale

A prendere la parola per primo è stato Domenico Princigalli, Direttore Regionale Inail Piemonte, che ha ricordato come già dagli anni ’50 – grazie al professor Antonio Maglio – si fosse compreso il valore della pratica sportiva nel reinserimento sociale e nel recupero psicofisico delle persone con disabilità:
«Attraverso la nostra opera – ha sottolineato – abbiamo scoperto quanto lo sport possa essere utile, soprattutto per le disabilità più impattanti: quello è stato il punto di partenza di un lungo percorso in grado di portare ai trionfi di oggi».

La collaborazione tra INAIL e CIP (Comitato Italiano Paralimpico) è fondamentale perché si traduce in progetti, risorse, open day, campus e iniziative su tutto il territorio nazionale, mirate a promuovere la cultura dello sport tra le persone con disabilità: «L’obiettivo principale è offrire opportunità concrete, nonostante le barriere architettoniche e culturali ancora presenti» ha aggiunto Princigalli.

Cambiamento culturale e comunicazione consapevole

Silvia Bruno, Presidente del CIP Piemonte, ha evidenziato la svolta comunicativa avvenuta a partire dalle Paralimpiadi di Londra 2012: «Quelle Paralimpiadi sono state uno spartiacque: stadi pieni, pubblico consapevole, persone che capivano ciò che stavano guardando» ha dichiarato. Secondo Bruno, è necessario mettere al centro prima di tutto l’atleta, poi la disabilità: «Quando si osserva un gesto tecnico – una nuotata, una corsa o una gara di tiro con l’arco, non importa come venga eseguito, ma il valore sportivo» ha chiosato.

La voce della comunicazione: Roata e il racconto delle imprese

Commosso e appassionato l’intervento di Roata, storico giornalista sportivo Rai, che ha raccontato il suo amore per lo sport paralimpico: «La mia prima Paralimpiade fu quella di Sydney 2000. Lì ho capito che stavo raccontando qualcosa di unico: la gioia della vittoria, il dolore della sconfitta, senza pregiudizio né compassione. Solo sport nella sua essenza più pura» ha raccontato.

Roata ha ricordato anche l’evoluzione mediatica culminata con Parigi 2024, dove la Rai ha dedicato per la prima volta al mondo un canale tematico interamente alle Paralimpiadi. Questo passo avanti ha rappresentato «un segno tangibile del progresso culturale».

L’esperienza di un campione: Francesco Bocciardo

A chiudere l’incontro è stato Francesco Bocciardo, nuotatore paralimpico delle Fiamme Oro, medaglia d’oro in tre Paralimpiadi consecutive. Con autenticità ha ripercorso il cammino del movimento: «Londra 2012 è stata la prima Paralimpiade moderna. Da lì, il percorso è stato un crescendo: Rio 2016 ha acceso i riflettori anche dopo i Giochi, Tokyo 2020 ha consolidato tutto. A Parigi, l’85% degli atleti aveva un manager: non siamo più solo agonisti, ma professionisti» ha ammesso.

Bocciardo ha sottolineato anche l’importanza del riconoscimento istituzionale: dal 2022, gli atleti paralimpici possono essere tesserati nei gruppi sportivi delle Forze dell’Ordine. Un segnale importante di equiparazione, che testimonia una nuova visione dello sport: «Lo sport non solo cambia le vite, ma può anche ridurre i costi sociali. A me dicevano che non potevo farcela. Invece, oggi abbiamo un’Italia più accessibile e pronta all’accoglienza» ha infine concluso.

Un futuro ancora tutto da scrivere

L’evento al Salone del Libro ha dimostrato quanto la narrazione dello sport paralimpico sia cambiata, e quanto ancora ci sia da fare. Ma oggi, grazie al lavoro di atleti, enti, comunicatori e istituzioni, il traguardo non è più solo partecipare, ma vincere — nello sport, nella vita, nella cultura.

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