Domenica 18 maggio, nell’Arena Piemonte del Salone Internazionale del Libro di Torino, è stato presentato Scomodo, come la verità, il libro di Emanuel Cosmin Stoica che affronta con taglio diretto e senza filtri il tema della disabilità. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto e riflessione che ha coinvolto rappresentanti istituzionali, attivisti/e e operatori/ici del settore, sottolineando quanto la disabilità sia una realtà che riguarda tutti e tutte, e non solo una parte della popolazione.
Disabilità: una questione universale e quotidiana
Uno dei messaggi centrali emersi dall’evento è che la disabilità non è un problema isolato o esclusivo di pochi, ma un tema che, con il passare degli anni, interessa potenzialmente tutti e tutte. L’avanzare dell’età porta infatti limitazioni fisiche e sensoriali che richiedono attenzione e inclusione. La metafora del “gradino”, usata da Stoica, è efficace: la presenza di un banalissimo gradino per accedere al marciapiede non riguarda solo chi ha una disabilità permanente, ma anche chi spinge un passeggino o chi ha difficoltà motorie temporanee o legate all’età. La sfida è dunque pensare a soluzioni inclusive che tengano conto di questa realtà variegata, abbandonando il modello unico e standardizzato di assistenza.
A tal proposito, il direttore della CPD Consulta per le persone in Difficoltà, Giovanni Ferrero, ha evidenziato come, nonostante i progressi, le barriere architettoniche siano ancora una piaga in molte città italiane. Un dato emblematico riguarda Torino: l’80 % delle attività commerciali non è accessibile alle persone con disabilità, una situazione che penalizza sia le persone stesse sia le piccole imprese locali, costringendo molti a rivolgersi ai grandi centri commerciali più accessibili.
Ma le barriere non sono solo fisiche: la maggior parte delle volte sono di natura culturale e cognitiva. Spesso infatti manca una reale consapevolezza e volontà di inclusione, e ciò alimenta discriminazioni e pregiudizi.
Molti interventi hanno sottolineato come la vera sfida sia culturale. Cambiare mentalità significa abbandonare stereotipi e pietismi, riconoscere che la disabilità è una caratteristica come tante altre e non una condizione da compatire o da nascondere. Mara La Verde, attivista cieca, ha ricordato quanto sia importante ascoltare le diverse “verità” delle persone con disabilità, senza banalizzarle o paragonarle, evitando giudizi superficiali. La sua esperienza ha messo in luce come l’inclusione debba partire da un riconoscimento autentico e rispettoso della diversità.
La necessità di servizi personalizzati e di una normativa più equa
Un altro tema cruciale è stato quello dell’assistenza e dei servizi. Stoica ha denunciato le criticità della normativa vigente, che spesso impone soluzioni standardizzate e non tiene conto delle esigenze individuali, costringendo molti e molte a pagare per servizi inutili e lasciando scoperti coloro che hanno necessità particolari. Serve un cambio di passo che garantisca a ciascuno un supporto su misura, in grado di valorizzare l’autonomia e la dignità della persona.
L’assessore Maurizio Marrone ha illustrato gli sforzi della Regione Piemonte per sostenere i comuni nell’abbattimento delle barriere architettoniche e ha ribadito l’importanza di mantenere standard elevati di inclusione, non solo attraverso investimenti infrastrutturali, ma anche favorendo un coinvolgimento attivo della società civile. La disabilità non può rimanere una condizione marginale, ma deve entrare nella normalità delle relazioni sociali e lavorative.
Un libro per agire
Scomodo, come la verità rappresenta più di un libro: è una chiamata all’azione, un invito a rimuovere le barriere materiali e culturali che ancora impediscono una reale partecipazione e dignità. La disabilità non è un tema scomodo da evitare, ma una realtà che interroga ciascuno sulla società che vogliamo costruire. Solo abbracciando questa complessità sarà possibile passare da una logica di tolleranza a una di autentica inclusione, che non uniforma ma valorizza le differenze, garantendo a tutti pari opportunità di partenza e di sviluppo.
La sfida è collettiva e richiede coraggio politico, consapevolezza sociale e un impegno quotidiano, perché la vera misura di una società si vede proprio nella capacità di includere chi è più fragile o diverso. Questo libro è un passo necessario per far emergere una verità spesso taciuta, ma imprescindibile per costruire un futuro davvero inclusivo.
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