È nata nel cuore di Torino la Fondazione Hpl – High Potential Learning, un nuovo ente dedicato allo studio, alla diagnosi e alla promozione di percorsi innovativi per il benessere cognitivo ed educativo dei bambini e delle bambine. L’obiettivo: dare continuità e slancio a un progetto sperimentale già attivo sul territorio, affrontando in modo strutturato le sfide poste dalla neurodiversità in età evolutiva.
La Fondazione Hpl nasce dall’esperienza dei Centri Hpl, avviati nel 2019 dalla Consulta per le persone in difficoltà (Cpd) insieme all’Associazione Diritti Negati (Adn), con il sostegno della Regione Piemonte. Un progetto che, nel corso degli anni, ha saputo intercettare un bisogno crescente: secondo le Linee guida del Ministero della Salute sui disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza (2019), fino al 20% della popolazione minorile può essere coinvolta da disturbi del neurosviluppo. Un dato in aumento che si scontra con le difficoltà strutturali del sistema sanitario pubblico.
3 assi
La nuova fondazione si articola su tre assi principali: un Centro di diagnosi per l’individuazione precoce delle fragilità cognitive, percorsi personalizzati di potenziamento cognitivo per bambini e bambine con bisogni educativi speciali, e un’area dedicata alla formazione e alla ricerca scientifica. In campo, un team multidisciplinare e una fitta rete di collaborazioni che coinvolge l’Università di Torino, lo IusTo, le Asl, le scuole del territorio e diversi enti pubblici e privati.
Alla guida dell’ente ci sono Maurizio Montagnese, presidente di Cpd, in qualità di presidente della Fondazione, e Silvia Tabasso, vicepresidente e presidente della Fondazione BenE. La sede operativa è presso l’Educatorio della Provvidenza di Torino.
«La nascita della Fondazione Hpl rappresenta un salto di qualità nella governance dei progetti sociali e sanitari – ha dichiarato Maurizio Montagnese –. Una Fondazione permette maggiore continuità e visione strategica, garantendo stabilità ai servizi nati come sperimentazioni e assumendosi la responsabilità di portare avanti metodologie efficaci per il potenziamento dell’apprendimento in età scolare, anche a sostegno delle famiglie più fragili».
Un progetto che unisce dunque cura, educazione e scienza, e che si pone come punto di riferimento per affrontare con competenza e umanità le sfide della neurodiversità nel percorso di crescita di ogni bambino e bambina.
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