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ANFFAS Torino è contraria alla figura del disability manager

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Data di pubblicazione 21 Febbraio 2022
Tempo di lettura Lettura 3 minuti
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«Siamo contrari alla figura del disability manager, è solo una foglia di fico per evitare il confronto con le associazioni delle persone con disabilità e le loro famiglie»: dopo le polemiche sollevate dalla FeDMan – Federazione Disability Management sull’assenza di retribuzione prevista dal bando pubblicato dalla Città di Torino, è arrivato un affondo ancora più pesante da parte del presidente di ANFFAS Torino Giancarlo D’Errico. L’obiettivo principale è proprio il Comune, reo di non adottare politiche adatte: «Eravamo scettici – ha proseguito D’Errico – di fronte alla scelta
della precedente amministrazione e abbiamo avuto ragione, visti i risultati ottenuti, suo malgrado, dal precedente disability manager. Ora siamo assolutamente contrari: il fatto che tale incarico sarà svolto a titolo gratuito  è la riprova di quanto la pubblica amministrazione cittadina voglia investire nel campo delle politiche di pari opportunità ed in particolare di inclusione delle persone con disabilità e sulle diverse forme di disabilità».

A supporto delle proprie tesi, ANFFAS riporta quanto previsto dalle leggi vigenti, specificando come regioni ed enti locali debbano adottare il modello della co-programmazione e della co-progettazione rispettando anche gli indirizzi della riforma del terzo settore. L’associazione, inoltre, evidenzia come alla luce della sempre maggiore scarsità di risorse destinate al welfare e della crisi causata dalla pandemia, le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità debbano essere maggiormente coinvolte nelle decisioni che le coinvolgono direttamente: l’obiettivo è quello di accrescere la qualità delle risposte ai bisogni dei cittadini (di cui l’80% compresi nei LEA Livelli essenziali di assistenza, ndr) ripensando il sistema di erogazione dei servizi, adottando al contempo principi di corresponsabilità tra le istituzioni e i settori del profit e del no profit.

Secondo D’Errico, il disablity manager sarebbe incompatibile  con l’impostazione appena descritta: «È Tutto il contrario  – ha aggiunto ancora – di quello che significa quella figura. Eppure, in due incontri pubblici durante la campagna elettorale il sindaco Stefano Lo Russo aveva espresso interesse per l’istituzione di un tavolo cittadino permanente sulle disabilità, partecipato dalle associazioni maggiormente rappresentative e finalizzato alla definizione, realizzazione e monitoraggio del programma d’azione, con il coinvolgimento di tutti gli assessorati interessati. Lavoro, casa, trasporti, istruzione e formazione professionale, cultura, tutela della salute e politiche sociali: non c’è argomento di pubblica amministrazione che non riguardi le persone con disabilità. Nella stessa direzione si è espresso l’Assessore al Welfare Jacopo Rosatelli in un recente incontro e non abbiamo motivo per non credergli».

La richiesta, infine, è quella di investire: «È atterrato a Torino il PNRR – ha concluso – ma di aprire il confronto con le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità non se ne parla. Non basta mettere una passerella per lavarsi la coscienza, perché la stragrande maggioranza delle disabilità non è fisica, ma intellettiva e relazionale. Non basta, ancora di più, mettere la foglia di fico del disability manager, per di più senza alcun potere rispetto le scelte da effettuare. Bisogna invece scegliere di avere un rapporto non paternalistico con le persone con disabilità, accettare il confronto con le loro associazioni di rappresentanza, rispettare le leggi che regolano tali rapporti e indicano come prioritari gli strumenti della co-programmazione e della co-progettazione».

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