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Lgbtqiap+ e disabilità, a Torino gli Stati Genderali per i diritti di tuttə: “Siamo uno sguardo sul mondo”

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Data di pubblicazione 23 Gennaio 2023
Tempo di lettura Lettura 3 minuti
Intervista da parte dell'associazione di Volonwrite

Siamo uno sguardo sul mondo”: non potrebbe esserci frase migliore per riassumere tutti i significati racchiusi nell’Assemblea Nazionale di Stati Genderali Lgbtqiap+ & Disability, andata in scena a Torino sabato 21 e domenica 22 gennaio.

 

Una modalità d’azione collettiva

L’evento, organizzato dal Coordinamento Torino Pride, si è svolto presso la Casa della Mobilità Giovanile e dell’Intercultura Open 011 di Corso Venezia 11. Sul tavolo molte tematiche, ma a spiccare è stata soprattutto una modalità di azione declinata in senso collettivo: «Stati Genderali – ha sottolineato Babsè una rete di associazioni, collettivi, attivisti e attiviste Lgbtqiap+, con disabilità e neurodivergenti che da due anni a questa parte lavora su una piattaforma condivisa con l’obiettivo di affermare la necessità di accedere a diritti fondamentali troppo spesso negati. Riteniamo fondamentale, per questo, aprire un dibattito che tenga insieme soggetti che finora non si sono mai davvero confrontati: da una parte chi è più vicino alle istituzioni, dall’altra chi lavora di più sul territorio a contatto con le emergenze».

 

Una base ampia e trasversale per cambiare il mondo

Per quanto riguarda la linea da seguire, le idee sono molto chiare «Vogliamo – ha proseguito – creare una base il più ampia e trasversale possibile per prendere parola su bisogni e istanze elaborate a partire dalle nostre esperienze personali, stringendo alleanze con altri movimenti come quello ambientalista o quello transfemminista di “Non una di meno” affinché l’approccio intersezionale non sia soltanto teorico ma diventi una vera e propria pratica, una prassi da portare avanti. Quello che deve essere chiaro è che non stiamo cercando di creare un soggetto politico egemonizzante, ma di allargare l’attivismo e la responsabilità delle persone che si vogliono impegnare per cambiare un mondo che su di noi esercita una violenza estrema e quotidiana a tutti i livelli, compreso quello istituzionale. Il nostro movimento deve avere l’ambizione di prendere parola attraverso il consenso, basandosi sulla fiducia reciproca».

 

Tematiche intersezionali

Sulla base di queste premesse, altrettanto ampia è stata la gamma dei tavoli tematici sviluppata nella due giorni: «Uno dei temi cardine di Stati Genderali – ha spiegato Vittoè sicuramente quello del lavoro, visto che sono moltissime le discriminazioni subite a più livelli. A seguire quello delle famiglie, per il riconoscimento non solo delle unioni in senso tradizionale ma di tutte le forme di intimità e di cura, e quello dell’autodeterminazione di genere delle persone trans e non binarie, a cui si stanno aggiungendo le soggettività emergenti b+ e aspec. Visto che le nostre assemblee sono attraversate da tutte le tipologie di corpi e di menti, inoltre, non potevamo non prendere in considerazione la disabilità e le neurodivergenze secondo una prospettiva intersezionale».

Ma non finisce qui, perché Stati Genderali ha intenzione di alzare il livello della propria azione: «Intendiamo – ha concluso – convocare una mobilitazione nazionale, in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Persone Lgbtqiap+ in programma il 17 maggio, che per la prima volta si distacchi dalla forma storica del Pride. L’obiettivo sarà quello di prendere davvero la parola nello spazio pubblico in un paese con un governo di estrema destra che non fa altro che attaccare la nostra comunità e fare politica sui nostri corpi e sulla nostra pelle».

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