Torino, un mano bionica Nexus per Valentina Pitzalis all’Officina Ortopedica Maria Adelaide

di Mauro Costanzo

Grandi emozioni, in una mattinata di metà dicembre, all’Officina Ortopedica Maria Adelaide per la consegna a Valentina Pitzalis della mano bionica Nexus. Questo 16 dicembre 2021 segna una rinascita per Pitzalis, che a un decennio esatto dai fatti tragici che le hanno causato la perdita dell’arto, grazie a questa protesi di ultima generazione riprenderà pieno possesso delle funzionalità della mano sinistra.

Nexus, questo gioiello tecnologico, è un po’ la chiusura del cerchio per Valentina, che si butta alle spalle anni bui e tormentati per tornare a riabbracciare la vita sorridendo. Un percorso di vita che da qui in avanti sarà più semplice, una mano protesica all’avanguardia, improntata sulla funzionalità e sul comfort, piuttosto che sull’estetica.

Alcuni cenni tecnici per comprendere meglio la funzionalità della protesi: Nexus funziona tramite la contrazione dei muscoli dell’avambraccio e permette fino a 14 prese differenti, con una mobilità accurata di polso e pollice. Non è invasiva, poiché gli elettrodi che ne permettono il funzionamento non sono impiantati, ma solo adiacenti alla cute. L’invaso riproduce fedelmente la forma del moncone di Valentina ed è morbido e ricoperto di silicone, risultando confortevole.

La mano è stata a tutti gli effetti costruita su misura per Valentina, quasi un lavoro artigianale, ed è la prima del suo genere in Italia. Il peso non è eccessivo, arrivando tra mano e invaso a meno di un chilo, rendendola poco invasiva e di relativo facile utilizzo. Si ricarica tramite due batterie al litio. Un quadro che rende bene l’idea su quanto la protesi segni un netto passo in avanti di un’evoluzione tecnologica che pare inarrestabile e su quanto le Officine Maria Adelaide di Torino rappresentino un fiore all’occhiello di un settore ortopedico costantemente proiettato in avanti.

Avrà bisogno di tempo Valentina per sentire questa mano totalmente sua: in queste giornate torinesi ha già raggiunto un ottimo 60%, con un percorso di training pensato ad hoc, e in tempi brevissimi riavrà non soltanto un arto di cui ha (suo malgrado) dovuto fare a meno per molto tempo, ma tornerà ad avere una manualità straordinariamente normale.

Nella triste vicenda, un barlume di positività e speranza si accende grazie ad una gara di solidarietà attorno alla ragazza di Cagliari. Ci sono state molte raccolte fondi, infatti, per sostenere Valentina Pitzalis nelle spese gravose che le sono precipitate addosso. L’associazione Doppia Difesa è intervenuta a sostegno delle spese mediche, mentre Fare Bene ha coperto le spese legali di un processo bizzarro da cui Valentina è recentemente uscita vincitrice.

Nexus è frutto di un progetto inglese e ha un costo che si aggira attorno ai quaranta mila euro, un costo che l’ASL copre solo in parte. Nel caso di Valentina, l’ASL di Carbonia è intervenuta con un contributo di 15.000 euro e il divario è stato coperto dalle raccolte fondi: ottenere una protesi di questo genere nel nostro Paese è assai difficoltoso, pressoché impossibile perché le tariffe, regolate dal “Nomenclatore Tariffario degli ausili e delle protesi”, viene aggiornato molto sporadicamente il che implica grosse difficoltà nell’ottenimento dei presidi sanitari. Un fenomeno anacronistico che stride, specie se rapportato alle grandiosi e veloci evoluzioni tecnologiche, ennesima foto di un Pase a diverse velocità