Unità Spinale di Torino, la Regione assicura: “Lunedì 3 ottobre riapre il 2° piano”

Dopo mesi di stallo, la Regione Piemonte è uscita allo scoperto sul “caso” dell’Unità Spinale Unipolare di Torino. L’occasione è stata la seconda protesta organizzata dal Coordinamento Regionale delle Associazioni Persone con Mielolesione nel giro di un anno, questa volta davanti alla sede della Giunta in Piazza Castello lo scorso giovedì.

La richiesta principale dei manifestanti è stata quella di riaprire il 2° piano della struttura, chiuso dallo scoppio della pandemia di Covid 19 con conseguente riduzione dei posti letto ed “esplosione” delle liste d’attesa (da 15 a 21 mesi per un intervento chirurgico), e la piscina, fondamentale per la riabilitazione di chi ha subìto una lesione midollare.

Le rassicurazioni della Regione

A rassicurare tutti ci ha pensato la stessa Regione attraverso una nota divulgata dopo il confronto con una delegazione delle associazioni presenti: «La piscina dell’USU – si legge per bocca dell’Assessore al Welfare Maurizio Marroneè stata riaperta e lunedì 3 ottobre riaprirà il reparto 2° piano. Da parte nostra c’è la massima disponibilità anche ad approfondire insieme i progetti per rafforzare la vita indipendente». Il Direttore Regionale Sanità e Welfare Mario Minola, dal canto suo, ha affermato di voler creare una rete con le altre Unità Spinali Piemontesi presenti ad Alessandria e Novara.

Durante lo stesso incontro si è aggiunta anche la dichiarazione di intenti del Direttore Generale della Città della Salute di Torino Giovanni La Valle: «Ho dato – ha annunciato – disposizioni precise ai responsabili della struttura per risolvere le situazioni più critiche perché sono convinto che con il dialogo e lo scambio di informazioni in tempo reale possiamo affrontare i problemi in modo costruttivo. Con le associazioni abbiamo in programma un nuovo incontro il 10 novembre, nel quale confido di dare risposte dettagliate».

Le associazioni: un primo passo che non basta

Nonostante venga giudicato come un buon segnale, per le associazioni tutto questo non è sufficiente: «La direzione generale della Città della Salute – ha commentato il presidente di I Do Alessandro Agostinellici ha detto di voler riaprire il 2° piano con 10 posti letto attingendo alle agenzie interinali: ci chiediamo perché non sia stato fatto prima. Detto questo, vorremmo un netto cambio di direzione e strategia con la rimozione del Direttore del Dipartimento di Riabilitazione Massazza, principale responsabile di questa situazione, la predisposizione di un concorso mirato per la scelta del nuovo primario, che deve essere specialista in neuro-urologia con l’assicurazione che nemmeno un giorno rimanga scoperto, e la nomina di un’assistente sociale».

Sullo sfondo, c’è la richiesta di tornare a un polo d’eccellenza da tutti i punti di vista: «L’Unità Spinale di Torino – ha concluso Agostinelli – funzionava, ma adesso sembra più un centro d’accoglienza che una struttura riabilitativa perché ci sono persone “parcheggiate” da altre parti e che non possono avere accesso a una stabilizzazione che normalmente dovrebbe avvenire subito; è assurdo scendere in piazza per una cosa che ci spetterebbe di diritto, il codice 28 dovrebbe essere una bibbia».

Al presidio hanno partecipato anche il Coordinamento Para-Tetraplegici, Idea ONLUS, e le associazioni Ancora, L’Arcobaleno e AVP con il supporto della FISH, della CPD e della FAIP