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Il tema dell’autismo approda in Consiglio Regionale: “In Piemonte sono 800 le persone seguite”

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Data di pubblicazione 26 Gennaio 2022
Tempo di lettura Lettura 3 minuti
Bambino Autistico che gioca con un puzzle

Il tema dell’autismo è approdato tra i banchi del Consiglio Regionale attraverso un’apposita Commissione Sanità. Durante la seduta si è svolta l’audizione del direttore del Centro per i Disturbi dello Spettro dell’Autismo in Età Adulta dell’ASL di Torino Roberto Keller, il quale ha tracciato un bilancio generico della situazione sul territorio piemontese.

 

Il Centro

Le statistiche ad oggi disponibili evidenziano come le persone seguite siano in prevalenza di sesso maschile (intorno al 77%), circa il 50% risieda a Torino e che l’età media sia intorno ai 30 anni: «Il Centro – ha spiegato Keller – è stato il 1° in Italia: inaugurato nel 2009, con i suoi oltre 800 pazienti rappresenta il più importante hub nazionale per la diagnosi, la cura e la valorizzazione dei talenti delle persone adulte con autismo attraverso progetti personalizzati. In questi anni si è operato per dar vita a una rete regionale favorendo in ogni Asl lo sviluppo di un Centro multidisciplinare per l’autismo, coordinato dal Centro di Torino, per far crescere e valorizzare le realtà locali e si è creato un modello di intervento e diagnostico esportato anche a livello nazionale attraverso un progetto finanziato dal Ministero della Salute e già sperimentato in cinque regioni italiane».

 

Le criticità

Nel corso del suo intervento, Keller ha anche evidenziato le criticità del sistema rispondendo agli interventi dei consiglieri regionali Silvio Magliano (Moderati), Domenico Rossi (PD), Monica Canalis (PD), Francesca Frediani (Movimento 4 Ottobre), Alessandro Stecco (Lega) e Mario Giaccone (Monviso): «Esistono delle difficoltà – ha ancora sottolineato – ad assicurare un’offerta omogenea sul territorio da parte di alcune ASL perché i fondi statali, con assegnazione annuale, rendono difficile la programmazione a lungo termine. A questo si aggiungono problemi ad arruolare personale: tra psicologi e psichiatri, infatti, pochi sembrano interessati a occuparsi di autismo perché è richiesta non solo preparazione tecnico-scientifica ma anche motivazioni forti per gestire l’alto livello di sofferenza delle famiglie».

 

Il Tavolo di Coordinamento Regionale

Keller ha infine illustrato le funzioni del Tavolo di Coordinamento Regionale composto da clinici, rappresentanti degli Assessorati a Welfare e Sanità, delle associazioni famigliari e degli altri enti interessati confermando alcune differenze tra territori: «C’è – ha concluso – chi ha sviluppato più servizi e chi meno. Il Centro cerca di aiutare tutti a crescere senza centralizzare ma puntando allo sviluppo delle risorse del territorio. Per evitare la mancanza di diagnosi precoce, infine, c’è un intenso programma di screening e, per quanto riguarda la diagnosi in età adulta, viene fatta formazione nelle scuole per gli insegnanti e con gli psichiatri».

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