Come si parla di disabilità ai bambini e alle bambine? Quali parole scegliere per affrontare un tema che spesso gli adulti e le adulte stesse trovano difficile da trattare? Marina Cuollo, scrittrice, speaker radiofonica e content creator, ha trovato una risposta in un libro pensato proprio per loro: La disabilità spiegata ai bambini e alle bambine. Azzurra e la giornata delle idee (Becco Giallo), illustrato da Cristina Trapanese. Un’opera che offre anche a tutti e tutte spunti di riflessione per affrontare il tema in modo più consapevole.
Un libro sulla disabilità per bambini, bambini, adulti e adulte
Il libro racconta la storia di Azzurra, una bambina di otto anni, curiosa e caparbia, con una grande passione per la scienza e le invenzioni. Un personaggio che non solo affronta la disabilità con naturalezza, ma che offre un modello positivo per tutte le bambine e i bambini, sfidando anche gli stereotipi legati alle discipline scientifiche e alle figure femminili.
La narrazione accompagna i lettori e le lettrici in un percorso di scoperta, dimostrando come la disabilità non sia un limite, ma una delle tante caratteristiche che possono definire una persona.
Marina Cuollo, che ha vissuto in prima persona il peso dei pregiudizi e delle parole sbagliate, ha scritto questo libro per fornire strumenti a chi si trova a rispondere alle domande dirette di bambini e bambine, spesso senza filtri. Attraverso Azzurra, l’autrice mostra come la disabilità possa essere raccontata senza pietismo né stereotipi, ma con autenticità e leggerezza.
Marina Cuollo e il libro sulla disabilità per bambini: “I bambini sanno essere spiazzanti”
Nella prefazione del libro, Cuollo racconta come i bambini e le bambine abbiano sempre avuto un impatto forte su di lei: “I bambini sono meravigliosi, ma anche terribilmente spiazzanti. Hanno un modo di comunicare totalmente privo di filtri. Quando ero giovane, questa cosa mi metteva parecchio in difficoltà, perché stavo lavorando anch’io alla comprensione del pregiudizio e non avevo ancora tutti gli strumenti per gestire gli sguardi o le domande dirette che ti pongono”.
Proprio per questo, il libro si pone come una guida per genitori, educatori/educatrici e adulti/adulte in generale, perché spesso la maggiore difficoltà nel parlare di disabilità non sta nei bambini e nelle bambine, ma negli adulti/adulte che li/le circondano.
La narrazione della disabilità nei libri per bambini: cosa sbagliamo ancora
Cuollo sottolinea che, nonostante i progressi degli ultimi anni, la disabilità è ancora spesso raccontata con un taglio assistenziale o ispirazionale: “I personaggi con disabilità fungono spesso da leva emotiva, utili a mostrare la bontà altrui o a veicolare una morale edificante. Manca ancora la prospettiva di chi la disabilità la vive sulla propria pelle e può offrire una visione diversa da quella a cui siamo solitamente abituati e abituate”.
Nelle narrazioni mainstream, la disabilità viene spesso rappresentata come qualcosa da superare o da vincere, oppure come una tragedia da cui trarre un insegnamento morale. In Azzurra e la giornata delle idee, invece, Cuollo ribalta questa visione, mostrando la protagonista semplicemente come una bambina con passioni, sogni e obiettivi, la cui disabilità non è il fulcro della sua identità, ma solo una parte di essa.
“Avrei voluto che la me bambina incontrasse quella che sono oggi”
Guardando indietro, Cuollo riflette su ciò che avrebbe voluto sapere da bambina: “Le avrei innanzitutto spiegato che non è colpa sua, che non deve sforzarsi di essere la migliore per essere vista, e che nel mondo ci sono tante altre bambine come lei, che fanno la stessa fatica per vedere riconosciuto il loro valore”.
Parole che risuonano forti non solo per chi vive la disabilità, ma per chiunque si sia sentito/sentita fuori posto in un mondo che impone modelli rigidi e spesso escludenti.
Il libro di Marina Cuollo e il cambiamento nel linguaggio sulla disabilità
Negli ultimi anni, il modo di parlare di disabilità è cambiato, anche grazie al lavoro di divulgazione di molte persone, tra cui Marina Cuollo. “Oggi ci sono tante persone che fanno divulgazione sulla disabilità e su temi correlati, e devo dire che la consapevolezza, seppur lentamente, è cresciuta. Tuttavia, facciamo ancora molta fatica a essere padroni e padrone delle nostre storie e a essere presenti negli spazi dove si prendono le decisioni”.
Un cambiamento che, come spera l’autrice, potrà dare nuove prospettive alle generazioni future, affinché nessuna bambina o bambino si senta mai escluso o incompreso. E forse, prima ancora che ai più piccoli/piccole, questo libro è un prezioso strumento per gli adulti/adulte, per imparare a cambiare il proprio sguardo sulla disabilità e sulle persone che la vivono ogni giorno.
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